Bisogna attendere la prossima tornata di consegna dei ratei pensionistici per trovare i cedolini in aumento. Ecco come ricevere le somme spettanti
Sarà per la natura di gran parte della popolazione italiana che il tema delle pensioni è un tema cruciale che a volte rischia di eclissare il tema del lavoro, nonostante la stretta correlazione. In fondo, la popolazione più anziana è in aumento perché si alza l’età media ma regredisce drammaticamente il numero delle nascite. In termini sociologici, il quadro si traduce in una serie di quesiti, la prima delle quali vorrebbe indicare quali fasce produrranno la ricchezza nazionale del domani.
Per essere più schietti, c’è inoltre da chiedersi chi pagherà le pensioni dei prossimi pensionati. Certo, prima di cercare una risposta, occorre attingere ad un’osservazione di come è oggi strutturato il lavoro, prima prerogativa costituzionale, i cui diritti nei confronti del cittadino sono sanciti dalla normativa, sebbene modificati nel corso dei decenni. Anche il linguaggio è alquanto rivelatore, dato che al “lavoro” si tende a discutere di “mercato del lavoro”.
Pensioni, perché potrebbero arrivare degli aumenti
Con queste premesse, l’affresco inizia ad emergere: nonostante la diminuzione delle giovani leve di lavoratori, l’accesso al lavoro viene ritardato, principalmente perché non si liberano posti sufficienti nel mercato occupazionale per favorire il cosiddetto ricambio generazionale. Di certo, nell’ambito pensionistico, il riferimento principale nel novero degli strumenti previdenziali, vi è la pensione di vecchiaia, eredità diretta della contestatissima Riforma Fornero.
L’accesso è dunque garantito, tramite la pensione di vecchiaia, a 67 anni di età e dopo aver versato contributi per almeno 20 anni. Con il tempo, fino alla realtà dei nostri giorni, il lavoratore si cimenta suo malgrado in una carriera professionale sempre meno lineare, intervallata anche da periodi di disoccupazione. Dunque, riuscire nell’impresa di avere i contributi in regola entro i 67 anni di età, non è un’impresa per tutti.
Pensioni, per questi percettori arriva l’aumento
Per non blindare definitivamente le finestre d’accesso, ecco che annualmente il governo formula un sistema di pensionamento anticipato ad hoc. L’attuale è rappresentato dalla Quota 103, con i suoi 64 anni anagrafici ma con 41 anni di contributi da versare. Ma già dal 2024, decadrà il criterio anagrafico e la Quota 41 manterrà il solo criterio degli anni contributivi. Pertanto, le attuali e prossimi pensioni non si palesano tendenzialmente prima dei 71 anni.
Nel frattempo, però, l’INPS è in piena attività per completare il lavoro di rielaborazione degli importi. Innanzitutto, i ricalcoli toccano finalmente le pensioni minime, sulla base dell’adeguamento ISTAT che ha portato all’elaborazione di un doppio indice: 1,5% per i pensionati fino a 75 anni e con un rateo, d’ora in poi, da 574,62 euro; 6,4% per i pensionati minimi over 75, con cedolini che sfiorano i 600 euro.
Nella tornata d’agosto saranno molti i cedolini che subiranno modifiche positive; comfluiranno conguagli e arretrati, sulla base di condizioni di età e fattori reddituali, come le recenti variazioni ISEE. A regolare gli aumenti ci pensano i livelli di reddito esposti con la presentazione del modello RED. Tale dichiarazione attesta le indennità percepite e aiuta l’INPS ad aggiornare i prossimi versamenti, in particolare colmando gli arretrati entro il 31 luglio. L’INPS ha manifestato la disponibilità a pagare i conguagli fino a 500,00 euro all’interno della rata, senza altri debiti da restituire. In caso di conguagli negativi, il piano di restituzione parte dal mese di ottobre 2023.