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Tasse

“Prelievo forzoso sui conti”. Chi ha debiti rischia davvero?

Che cosa sta succedendo ai conti correnti dei risparmiatori? In arrivo un prelievo forzoso sui conti nelle prossime settimane?

Conto corrente (Foto Adobe – pensioniora.it)

In questi giorni circolano delle voci, alimentate da noti esponenti politici, di un paventato prelievo forzoso dai conti correnti che il governo avrebbe permesso all’Agenzia dell Entrate Riscossione per incamerare il denaro di multe e sanzioni. Una situazione che ha destato la preoccupazione dei risparmiatori e le reazioni di esponenti del governo stesso.

Un esempio storico di prelievo forzoso è quello che deciso nella notte tra 10 e l’11 luglio del 1992, quando il governo Amato decise di introdurre un’imposta straordinaria sui depositi bancari, postali, di istituti di credito, su conti correnti, certificati di deposito, buoni fruttiferi, libretti di risparmio pari al 6 per mille per riequilibrare i conti pubblici con una manovra correttiva da 30mila miiardi di lire.

La possibilità del prelievo sui conti correnti

Conto corrente (Foto Adobe – pensioniora.it)

A queste notizie ha replicato il Sottosegretario all’economia che ha smentito decisamente queste voci. La legge sulla delega fiscale in discussione alla Commissione Finanze al Senato tra l’altro prevede che il governo possa “potenziare l’attività di riscossione coattiva dell’agente riscossore“, anche mediante “la razionalizzazione e l’automazione della procedura di pignoramento dei rapporti finanziari, anche mediante l’introduzione di meccanismi di cooperazione applicativa sin dalla fase della dichiarazione stragiudiziale del terzo“.

Quindi nessun prelievo forzoso perché è un meccanismo che discende dal codice di procedura civile, applicabile anche in altre ipotesi, non solo quando c’è lo Stato, come sostiene il Sottosegretario all’economia. Si tratta quindi un’accelerazione di un meccanismo di riscossione come prevede anche la norma. Nel caso di un contribuente evasore con imposte non pagate accertate da un giudice, oppure il contribuente non ha presentato ricorso, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può richiedere alla banca, mediante procedimenti informatici, di effettuare pignoramento presso terzi.

Questa procedura esiste quindi, nella valutazione dell’esponente di governo, e con le procedure informatizzate si possono accelerare i tempi per sapere in tempi brevissimi, se il contribuente ha la disponibilità per saldare il dovuto. Non ci sono quindi nel provvedimento del governo allo studio del Senato, le caratteristiche di un prelievo forzoso per le finanze pubbliche. Gli obbiettivi sono diversi.

Cosa potrebbe decidere l’esecutivo

Conto corrente (Foto Adobe – pensioniora.it)

Non ci sono prelievi forzosi sui conti correnti dei risparmiatori per interventi straordinari, ma prelievi diretti sui conti correnti dei contribuenti, nel caso di mancati pagamenti accertati a livello giudiziale. L’obiettivo che si prefigge i governo è la riduzione dei tempi di riscossione da parte dell’amministrazione statale delle somme dovute dal contribuente e non pagate.

Ricordiamo che il pignoramento è una situazione estremamente grave che può arrivare al termine di un preciso iter. Se il creditore non riesce a recupere quanto gli spetta attraverso una serie di solleciti di pagamento, effettuati via raccomandata o simili, può ricorrere al giudice per ottenere un decreto ingiuntivo.

La norma prevede che anche per i debiti verso l’amministrazione pubblica, Stato e enti locali, si possa arrivare al pignoramento fino a un quinto di stipendio e pensione direttamente alla fonte o prelevando da conti correnti e depositi di vario genere e natura, compresi quelli postali.

Pubblicato da
Vincenzo Pugliano