I bonus mamma esistono ancora. Alcune donne possono richiederlo direttamente all’INPS. Ma si devono conoscere le condizioni
La natalità è diventata un problema in Italia. Anche peggiorata dalle difficili condizioni economiche che non consentono di avere la disponibilità per poter avere figli e dare loro una stabilità. Lo Stato da diversi anni tenta di incentivare le nascite tramite dei bonus dedicati alle mamme, ed in generale ai genitori. In passato esistevano vari bonus, quali il bonus mamma domani, l’assegno familiare, direttamente erogato in busta paga, ed il bonus bebè, che spetta come premio alla nascita. Ad oggi la maggior parte di essi è sparito.
Non vuol dire che non esiste più, ma che è stato inglobato dall’assegno unico ed universale, dedicato a tutte le famiglie con figli minori nati, dati in affidamento o adottati. I requisiti per ottenerlo sono solo quelli di avere figli. Se si vuole avere un importo maggiore al minimo, è necessario che alla domanda si alleghi il documento ISEE, l’indicatore di reddito del nucleo familiare. In base ad esso, ed ad una scala di equivalenza, ogni anno viene definito l’importo dell’assegno unico. Chi non lo invia potrà accedere solo al minimo.
Bonus mamma: il contributo per l’asilo nido
L’assegno unico ha aperto le porte nel gennaio 2022, ma i pagamenti sono iniziati solo a marzo 2022. Chi è già percettore dell’assegno per il 2023 non ha dovuto replicare la domanda, ma solo inviare l’ISEE in corso di validità entro il 28 febbraio 2023. Chi non lo ha fatto si è visto sospendere la prestazione. Se l’ISEE è stato inviato entro il 30 giugno, il beneficiario ha potuto usufruire anche degli arretrati dal mese di gennaio. L’assegno unico però non ha inglobato proprio tutti i bonus mamma. Il bonus asilo nido è rimasto attivo.
È destinato a tutte le famiglie con figli di età minore a tre anni che frequentino asili nido pubblici o privati. I figli possono essere nati, affidati o adottati. Indifferentemente. La richiesta deve essere fatta allegando le fatture per le rette scolastiche. L’importo è stabilito in base all’ISEE ed ad altre condizioni del nucleo familiare. Sono comprese anche le spese per la mensa scolastica e per le attività extracurriculari. L’importo è erogato per 11 mensilità annuali. Nel caso in cui l’importo stabilito dall’INPS superi le spese delle fatture la differenza dovrà essere restituita. L’importo è da 1.500 euro a 3mila euro l’anno, dipendentemente dall’ISEE del nucleo familiare.
La carta acquisti solidale
Tra i bonus mamma può essere compresa anche la carta acquisti solidale, chiamata anche bonus sociale. Una carta ricaricabile erogata da Poste Italiane per fare la spesa. Senza dubbio una famiglia numerosa, con molti figli minori, avrà più facilmente diritto alla carta solidale. Si tratta di un importo mensile, che può essere replicato di anno in anno in base alla Finanziaria ed agli importi destinati agli ammortizzatori sociali. Si tratta di 80 euro ogni due mesi, dunque 40 euro al mese per fare la spesa nei punti vendita convenzionati. Altre agevolazioni per le mamme comprendono anche l’indennità di maternità obbligatoria, anche se si è in Naspi, ed alcune facilitazioni pensionistiche, quali l’opzione donna.