Non è più soltanto un comportamento discutibile è diventato anche un reato, una sentenza della Cassazione cambia le cose
Nella quotidiana lotta per il parcheggio non sempre a vincere è il più forte, anzi il più prepotente. Certo che il problema del posteggio della propria auto non è di semplice risoluzione, soprattutto nei grandi centri urbani. Ma questo poi non giustifica comportamenti illeciti e pericolosi.
Quante volte si legge di automobili lasciate da ineffabili conducenti lungo corsie preferenziali di bus e tram, tanto da intralciare o addirittura bloccare il traffico e gli spostamenti dei mezzi pubblici. Oppure di veicoli lasciati in zone dove il parcheggio è vietato come nelle aree di sosta e parcheggio dei disabili, o all’uscita di mezzi di soccorso, o in prossimità di curve e semafori così da creare caos e disagi a tutti gli altri utenti della strada.
Questo comportamento è un reato, non una furbata
Una delle situazioni più difficili da digerire è trovare il posto auto nel cortile del proprio condominio occupato da un estraneo, addirittura da qualcuno che non abita nel condominio stesso. Un cortile utilizzato come parcheggio dai condomini dovrebbe essere riservato agli inquilini dell’edificio non ad automobilisti esterni senza alcun diritto.
Una recentissima sentenza della Cassazione rafforza il principio dei diritti di un condominio: parcheggiare senza averne diritto in un cortile condominiale può far scattare due reati: l’invasione di edifici e la violazione di domicilio. La vicenda riguarda un professionista di Napoli con un contratto di locazione di uno studio in un condominio che, malgrado la revoca dell’autorizzazione al parcheggio da parte dell’amministratore e dell’assemblea condominiale, ha continuato a lasciare l’auto all’interno del cortile stesso.
Il reato di invasione di terreni (articolo 633 del Codice penale) è dimostrato dal foto e dai verbali dell’assemblea condominiale. In più, secondo l’articolo 614 del Codice penale il cortile condominiale rientra nel concetto di appartenenza del domicilio, dove chiunque entri senza il permesso di chi ha il diritto di escluderlo, commette un reato contro la libertà individuale, cioè la violazione di domicilio.
Secondo la Corte la nozione di dimora privata comprende i luoghi dove si svolgono attività della vita privata e non sono accessibili a terzi senza una specifica autorizzazione. Quindi nel caso in questione non è sufficiente che il condominio comprenda anche due scuole, l’accesso al cortile non era autorizzato dall’assemblea.
Violazione di domicilio
Le testimonianze durante al processo hanno confermato che il professionista parcheggiava all’interno del cortile senza averne più l’autorizzazione. Questa sentenza quindi rappresenta un valido sostegno ai diritti degli inquilini di un condominio, ribadendo il loro diritto di allontanare chiunque non abbia una precisa autorizzazione a usare gli spazi comuni come il cortile.
Quindi chi parcheggia la propria automobile in un cortile che non è il suo, rischia di essere denunciato per violazione di domicilio, se non possiede una specifica autorizzazione a farlo. Un altro capitolo della lotta contro la sosta selvaggia, che si potrebbe risolvere con un uso maggiore dei mezzi dei trasporto pubblico, potenziandoli e rendendoli concorrenziali con il mezzo privati di trasporto. Purtroppo questo è ancora lontano e la lotta a sosta selvaggia non è ancora finita.