Nell’ampio ventaglio di tipologie esistenti, si può scegliere il titolo giusto per le proprie esigenze. Come approfittare degli interessanti rendimenti
Le persone più giovani lo sanno bene: a volte la meritata vacanza è frutto di vari sacrifici che inducono la persona ad impegnarsi nel mettere da parte un euro dietro l’altro. Specialmente se la meta è quella sognata da molti. Gli sforzi sono molti: si lavora mentre si studia; si trova un impiego stagionale nell’estate dell’anno precedente, ad esempio. In fondo, sono le indicazioni di vita che seguono anche chi è più adulto col profondo desiderio di staccare la spina al meglio.
Di certo, non sono tempi che favoriscono propriamente tutte le persone in questo medesimo intento, dal momento che insieme all’ombrellone in spiaggia, si portano con sé tutte le vicissitudini economiche derivanti dalle dinamiche globali della guerra, della crisi economica e dell’inflazione. Pertanto, sebbene gli italiani hanno storicamente la nomea di grandi risparmiatori (e le classifiche internazionali confermano annualmente questo primato), oggigiorno è diventata una realtà quella di convivere con uno status di riduzione della capacità di risparmio.
D’altronde mai come in questo momento storico, i risparmi rivestono un ruolo cruciale nella vita quotidiana stessa di una famiglia. In taluni contesti, quelli più svantaggiati, sono in gioco non solo i consumi in genere, ma anche la garanzia dei beni essenziali. Il caro bollette di questo inverno ha eroso a sufficienza i redditi meno agiati, imponendo delle priorità di spesa spesso dure, calmierate soltanto in parte dalle misure economiche di supporto erogate ad hoc dall’INPS.
Inoltre, il binomio di famiglia e risparmio rappresentata una delle tante associazioni che sono alla base di una certa cultura popolare del Paese. Ciò è dovuto anche per la suggestionante presenza di realtà societarie, imprenditoriali e istituzionali che hanno sostenuto storicamente una solida e previdente cultura del risparmio. Nella tradizione anglosassone, invece, c’è un maggior “coraggio” nella spesa, poiché molto si riceve in cambio in termini di servizi.
Nel concreto, in Italia, oltre alla fitta presenza delle banche, il rapporto del risparmio è stato imbastito dalla secolare presenza di Poste Italiane, la quale ha segnato la crescita storica e geografica di una nazione. Quello che oggi è un vero e proprio Gruppo ha beneficiato dell’antica concessione dello Stato circa il deposito dei piccoli e medi risparmi delle famiglie italiane.
Questo legame si è tradotto materialmente nella nascita principalmente di due strumenti, ancora vivi e vegeti, seppur trasformati: il libretto di risparmio postale e i buoni fruttiferi. Oggi “dematerializzati”, convivono ancora con la vecchia garanzia sul rischio di capitale della Cassa Depositi e Prestiti, oltre a godere della tassazione agevolata al 12,50% e – i buoni fruttiferi – dell’esenzione dall’imposta di successione.
Oggi, le famiglie e i singoli cittadini possono godere di una rosa di buoni, ognuno adatto per specifiche esigenze, ma egualmente avvantaggiati in un momento in cui il rialzo delle tasse non ha comportato novità negative, ma anche una risalita dei rendimenti. C’è il Buono ordinario ventennale, con indice di rendita al 2%. Stesso indice di scadenza anche per il buono 3 anni plus, con rendimenti fissi. Buono 3×2 e Buono 3×4, con rendimento annuo lordo rispettivamente del 2,25% e del 2,75%. Il Buono risparmio sostenibile, basato sugli indici “green”, e il Buono 4 anni risparmiosemplice si basano su un rendimento a breve termine dell’1,50%. E ancora: il Buono Soluzione Eredità, 3% in 4 anni; e il Buono dedicato ai minori, con rendite del 3% fino alla maggiore età dell’intestatario.