Dall’Agenzia delle Entrate arriva uno strumento che regola lo scadenziario dell’utente in relazione ai suoi vecchi debiti non onorati verso l’Erario
Giunti alla metà dell’anno, ci si ritrova nel famigerato “giro di boa”, le stagioni fredde che si allontanano e il solstizio d’estate che introduce nella stagione più calda di tutto l’anno. Se possa apparire un banale dato di fatto, diversamente è anche il tratto temporale dove convergono gli appuntamenti scanditi dal calendario previdenziale e fiscale. Il tutto, da seguire con attenzione, prima la mente si abbandoni dal meritato spirito delle vacanze.
Immediatamente, all’inizio di luglio, per i pensionati, ed in particolare quelli in possesso di certificazioni uniche piuttosto basse (almeno in base ai requisiti), è tempo di ricevere l’atteso strumento integrativo sulla pensione, la quattordicesima INPS. Quest’anno, al di là dei ritardi, la contingenza è stata piuttosto fortunata dato che i percettori di pensione minima hanno ricevuto gli arretrati degli aumenti relativi all’adeguamento ISTAT.
Anche in relazione agli altri mezzi di supporto, l’INPS sta dando corso, da qualche mese ai pagamenti di conguagli derivanti sia dalle rivalutazioni succitate che dalle recenti variazioni ISEE acquisite. Di solito, però, la data del 30 giugno segna la scadenza della principale forma di finanziamento alla quale ricorre lo Stato: quella della presentazione della dichiarazione dei redditi. Va ricordato che, eccezionalmente per quest’anno, il termine ultimo è stato spostato al 20 luglio 2023.
Dopodiché, successivamente alla chiusura delle finestre telematiche di presentazione, ha inizio il condiviso piano di rateazione del pagamento delle tasse, mentre nel frattempo si nizia a beneficiare dei pagamenti riguardanti i rimborsi degli eventuali crediti di imposta e delle restituzioni degli importi Irpef relativi all’anno precedente. A ciò va anche considerata un’altra forma per alimentare le casse dello Stato, a cui si rivolgono non certo raramente i vari governi che si susseguono.
Si sta parlando della periodica rottamazione delle cartelle esattoriali, ossia la modalità più immediata per “fare cassa” tramite il rientro dei vecchi debiti che i contribuenti inadempienti hanno nei confronti del Fisco. Ovviamente ciò avviene soltanto proponendo nei loro confronti un piano di rientro delle somme vantaggioso per poterne accelerare l’incasso; come in effetti è avvenuto con la Rottamazione quater, per la quale è stato operato sia uno stralcio sia un netto taglio di interessi e sanzioni.
L’attuale Rottamazione delle cartelle esattoriali ha avuto come termine di adesione al piano proprio la scadenza del 30 giugno 2023. Lo stralcio ha riguardato i debiti 2000-2015 fino a mille euro, mentre per gli importi sopra i mille euro e fino a 3mila, sono stati soppressi interessi e sanzioni e applicato un piano di rateazione agevolato. Per ogni scadenza della rata, c’è una tolleranza massima di 5 giorni, pena la decadenza della sanatoria.
Per evitare tale rischio, l’Agenzia delle Entrate ha attivato un servizio per gli utenti interessati dal nome quantomai sintomatico: “se mi scordo”. Se non si accoglie l’opzione dell’unica soluzione (entro il 30 ottobre 2023), si può aderire al seguente calendario di scadenza delle rate: 31 ottobre 2023; 30 novembre 2023; 28 febbraio 2024; 31 maggio 2024; 31 luglio 2024; 30 novembre 2024; 28 febbraio 2025; 31 maggio 2025; 31 luglio 2025; 30 novembre 2025; 28 febbraio 2026; 31 maggio 2026; 31 luglio 2026; 30 novembre 2026; 28 febbraio 2027; 31 maggio 2027; 31 luglio 2027; 30 novembre 2027.
Il servizio che l’Agenzia propone “ricorda” all’utente ogni singola scadenza mediante un SMS o un’e-mail in prossimità del termine di pagamento. “Se mi scordo” si attiva dalla propria area riservata del portale dell’Agenzia. Verrà richiesto di inserire il proprio numero di cellulare (per SMS), o il proprio indirizzo di posta elettronica (per l’avviso e-mail). Pochi giorni prima la scadenza, viene dunque avviato un promemoria.