Non tutti gli italiani riescono a mettere da parte sufficienti contributi per poter avere la pensione: ecco cosa possono fare
Il pensionamento rappresenta sicuramente il più grande traguardo da parte di tutti i lavoratori che, per anni, si sono recati sul posto di lavoro ogni giorni ed hanno lavorato duro. Ne consegue che il pensionamento è salutato con una vera e propria festa a cui partecipano amici, colleghi e parenti del futuro pensionato.
Come ben sappiamo il pensionamento varia di anno in anno e a seconda dei vari governi che si susseguono. Per il 2023, ad esempio, il governo Meloni attraverso apposita Legge di Bilancio ha stabilito che il pensionamento potrà avvenire tramite pensione di vecchiaia, pensione anticipata, Ape Sociale o Opzione Donna.
Pensione senza contributi: ecco cosa fare
Andare in pensione, dunque, non è sempre facile come si pensa, anzi, tutt’altro. Il raggiungimento dei requisiti fondamentali per la pensione INPS non è solo a carico del lavoratore ma, come detto, molto dipende anche dai sistemi pensionistici vigenti. E’ dunque lo stato a regolare molte dinamiche che influiscono sul mondo del lavoro.
Il fattore finanziario delle casse dello Stato, induce poi il governo a fare delle scelte per non compromettere la stabilità delle finanze concedendo un maggior numero di pensioni rispetto alla capacità erogativa. Ci sono italiani che, tuttavia, non riescono a mettere da parte i necessari contributi per la pensione: anche per queste persone c’è una soluzione.
Prima dell’approvazione della Legge di Bilancio, avvenuta il 30 dicembre 2022 da parte di Camera e Senato, il governo Meloni aveva ipotizzato una sorta di bonus premiali in busta paga per alcuni lavoratori dipendenti. Si trattava di quei lavoratori che, nonostante avessero raggiunto i requisiti per il congedo anticipato e per la presentazione della domanda di pensionamento, avevano in seguito rinunciato e proseguito nelle loro mansioni fino alla soglia per la pensione di vecchiaia.
Visto poi il quadro generale della Nazione, con l’INPS che fa fatica a pagare le pensioni al popolo degli anziani percettori e i lavoratori che contribuiscono con i loro contributi a rifornire le casse statali, ne consegue che sono sempre di meno e con contratti di lavoro discontinui.
Di fatto, poi tali bonus non erano stati più inseriti nella manovra e molte carriere lavorative sono comunque finite per diventare discontinue. Ne consegue che molti lavoratori difficilmente possono garantire il tetto minimo di vent’anni di contribuzione versata all’età di 67 anni.
Dal momento che la pensione di vecchiaia senza contributi non esiste, in quanto per accedere a tale prestazione è obbligatorio essere in possesso di 67 anni di età anagrafica e 20 anni di contribuzione il governo italiano ha istituito nel 1996 la Pensione Sociale. Vediamo quali sono i limiti per la pensione sociale nel 2023.
L’INPS stabilisce che, per l’anno in corso, i limiti per avere la pensione sociale sono: reddito uguale o inferiore a 6.542,51 per pensionato single; reddito uguale o inferiore a 13.085,02 per pensionati coniugati. Una delle novità più importanti in merito alla pensione senza contributi, ovvero l’assegno sociale, per il 2023 è l’aumento del suo importo.
Infatti, dai 469,03 euro del 2022, l‘importo dell’assegno sociale 2023 è passato a 503,27 euro. L’importo dell’assegno sociale nel 2023 può essere percepito per intero solo se il pensionato single non possiede alcun reddito.