Importante notizia per le lavoratrici interessate a sfruttare Opzione Donna, l’Inps predispone una sanatoria
Opzione donna è uno dei trattamenti pensionistici più discussi e al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica dopo le rimodulazione decisa dal governo Meloni. Ma i correttivi e i cambiamenti non sono esclusivamente opera del governo. Lo stesso Istituto di previdenza sociale aveva date indicazioni restrittive sulle possibilità di applicazione della formula.
Ma con un messaggio recentemente pubblicato, il numero 2547 del 6 luglio 2023, l’Inps corregge almeno parzialmente le indicazioni fornite alla fine del 2021. Si tratta di una questione intricata che investe una serie di norme che si sono succedute negli anni e che investono vari aspetti dal riscatto dei titoli di studio per maturare i requisiti contributivi utili ad opzione donna, ai criteri contributivi con i quali viene calcolata questa operazione.
Opzione donna la sanatoria
La possibilità di utilizzare il riscatto agevolato della laurea, introdotto nel 2019, per raggiungere i requisiti utili a opzione donna, venne estesa dall’Inps anche alle lavoratrici con contributi precedenti il 1996. Questo consentiva alle interessate un notevole risparmio con un costo abbastanza contenuto (5mila euro per ogni anno riscattato), per raggiungere gli anni contributivi necessari a opzione donna. In precedenza il riscatto era molto più oneroso, avvenendo con i criteri del sistema retributivo.
A fine 2021 il dietrofront dell’Inps: il riscatto andava fatto contestualmente alla domanda di pensionamento a pena dall’esclusione da opzione donna. Ma il riscatto agevolato prevede l’utilizzo del sistema contributivo, che una volta scelto impedisce l’accesso alla pensione con procedure diverse da quelle indicate dalla legge Fornero (pensione anticipata e pensione di vecchiaia). Questa situazione intricata ha dato vita a una lunga serie di ricorsi e istanze davanti al giudice.
Ma l’Inps ha modificato nuovamente la sua posizione: le lavoratrici che hanno riscattato la laurea con il criterio agevolato entro il 20 dicembre 2021 possono andare in pensione con opzione donna (58/59 anni e 35 anni di contributi) anche se la domanda per la pensione è stata trasmessa dopo il 31 dicembre 2021. Questo purché i requisiti anagrafici e contributivi per opzione donna richiesti dalla legge in vigore allora, siano stati raggiunti entro la data necessaria per la presentazione del riscatto (cioè entro il 20 dicembre 2021).
Effetti della controversia legale
Quindi un nuovo cambiamento di rotta dell’Istituto di previdenza sociale che ha introdotto una sanatoria eccezionale che coinvolge le lavoratrici che:
- hanno presentato domanda di riscatto agevolato entro il 20 dicembre 2021;
- hanno maturato i requisiti contributivi e anagrafici alla data di presentazione della domanda di riscatto;
- hanno presentato domanda di pensione con opzione donna al 31 dicembre 2021.
E a modifica di quanto riportato l’Inps specifica nel suo messaggio che possono fruire di opzione donna anche le lavoratrici che hanno presentato domanda di pensione con opzione donna anche dopo il 31 dicembre 2021. Quindi tutte le domande respinte devono essere riesaminate, su istanza di parte, sulla base della nuova disciplina, purché la sentenza non sia passata in giudicato.
Rimane esclusa da questa sanatoria chi pur avendo riscattato la laurea entro il 20 dicembre 2021 non ha raggiunto alla data di presentazione del riscatto i requisiti anagrafici e contributivi necessari per opzione donna. Quindi una materia estremamente controversa e delicata che merita molta attenzione.