Ci sono dei casi in cui, alla morte di un genitore o di un parente, anche un fratellastro può essere un erede: ecco quando
Molte persone, prima di passare a miglior vita, stilano un testamento che riporta le loro ultime volontà e a chi dovranno andare i beni posseduti in vita. Attraverso questo documento, prima di morire, una persona decide a chi lasciare la propria eredità e, ovviamente, se sono presenti moglie e figli, quest’ultima andrà proprio a loro.
La forma più comune di testamento è quella olografo, scritto di proprio pugno e che reca la firma e la data di compilazione. Il testamento viene aperto dopo la morte di colui che lo ha scritto e può avvenire anche alla presenza di un notaio. Sono tante le famiglie in cui, oltre a moglie e figli, è presente anche un fratellastro: sono proprio queste famiglie a chiedersi quando anche un fratellastro può rientrare nell’eredità.
E’ l’artico 570 del codice civile a stabilire che i fratelli unilaterali, ovvero quelli nati non dagli stessi genitori, ricevono la metà della quota dell’eredità che spetta ai fratelli germani. Questo avviene, secondo la legge, perché il coniuge superstite in comunione dei beni e in assenza di testamento è già titolare della metà del patrimonio ereditario, che è già suo in beneficio del regime di comunione dei beni.
L’asse ereditario in questo caso è sia il patrimonio immobiliare che mobiliare successorio del 50% del coniuge defunto. Alla somma è sottratta la somma legittima di un terzo riconosciuta al coniuge superstite mentre ai figli è corrisposto due terzi dell’eredità, equamente divisi anche in presenza di fratellastri.
Dal momento che la divisione dell’eredità tra fratellastri è molto delicata, il consiglio è quello di cercare un legale specializzato, ovvero un avvocato esperto in diritto successorio. Questo perché le liti tra fratellastri sono all’ordine del giorno già in situazioni ordinarie, figuriamoci in situazioni straordinarie come la divisione dell’eredità.
L’eredità tra fratelli è regolata da leggi e da fasi ben precise. Innanzitutto, secondo il Codice Civile, i fratelli sono considerati eredi legittimi e hanno una quota di eredità divisa in parti uguali in assenza di testamento (il 50%). C’è poi la fase di liquidazione dell’eredità in cui i fratelli devono coordinarsi e lavorare insieme per determinare il valore dell’eredità.
Bisogna poi risolvere eventuali controversie: in alcuni casi potrebbero sorgere dispute o controversie tra i fratelli riguardo alla divisione dell’eredità. In tali situazioni, è consigliabile cercare assistenza legale per risolvere le questioni in modo giusto e imparziale. La presenza del coniuge superstite fa si che l’eredità sia divisa ai figli, senza distinzione tra unilaterali o germani, nel valore di due terzi.
Nel caso di fratellastro, dal momento che questo è figlio di uno solo dei due genitori, spetta il totale di un terzo dell’eredità. Ricordiamo, in ogni caso, che il figlio unilaterale non entrerà mai nell’asse ereditario del coniuge del quale non è figlio.