Come funziona la pensione di reversibilità, è possibile l’accredito diretto dell’Inps o è necessaria la richiesta?
Quando una persona muore è prevista la possibilità che ai familiari sia attribuita una pensione ai superstiti. Per ottenerla è necessario possedere dei requisiti specifici e occorre che ci sia delle condizioni particolari. Secondo il tipo di trattamento può essere di due tipologie differenti, la pensione di reversibilità e la pensione indiretta.
Questo trattamento è destinato ai familiari della persona defunta a cominciare dal coniuge. Figli, genitori, fratelli e sorelle possono avere diritto alla prestazione ma soltanto se si verficano della condizioni particolari, risultando a carico del defunto e conviventi, oltre che impossibilitati a provvedere a sé stessi e non autosufficienti dal punto di vista economico. Dunque non è scontato ottenere la pensione ai superstiti, ma vediamo altri dettagli.
Domanda per la pensione di reversibilità
Ribadiamo immeditamente che nonostante ci siano requisiti e condizioni per ottenere la pensione ai superstiti è comunque necessario presentare domanda all’Inps, non è mai una prestazione automatica. Il trattamento è riconosciuto dall’Istituto di previdenza sociale a partire dal primo giorno del mese successivo a quello della morte dell’assicurato, a prescindere dalla data di presentazione della domanda.
A questo proposito ricordiamo che l’Inps versa gli opportuni arretrati dopo le ricerche del caso. Il diritto alla reversibilità decade dopo 10 anni dalla morte del soggetto, quindi non bisogna far passare troppo tempo per presentare la richiesta, che deve essere presentata on line accedendo al sito Inps con le credenziali personali Spid, Cie e Cns. Altrimenti si può chiedere il supporto degli operatori telefonici del Contact Center Inps o rivolgersi a un patronato.
La pensione si superstiti può essere di due tipi come detto:
- di reversibilità se la persona morta già riceveva la pensione di vecchiaia, o quella anticipata, la pensione di invalidità o di inabilità;
- indiretta se il defunto non aveva già maturato i requisiti per accedere alla pensione, ma aveva versato alemno 15 anni di contributi durante la carriera lavorativa, oppure almeno 5 anni di contributi, di cui 3 nei 5 anni precedenti la morte.
Nel caso di morte di un lavoratore che non lascia agli eredi il diritto alla pensione indiretta, perché non ha raggiunto i requisiti contributivi minimi, i familiari possono comunque avere il diritto all’indennità di morte che viene rilasciata una tantum dopo richiesta all’Inps.
Il trattamento per i superstiti
Quindi come accennato la pensione di reversibilità spetta ai parenti più prossimi a cominciare dal coniuge. Nel dettaglio l’importo della misura è calcolato sulla base della parentela con il pensionato defunto. Rapidamente uno schema:
- coniuge con due o più figli spetta il 100 per cento;
- coniuge con un figlio solo spetta l’80 per cento;
- coniuge da solo spetta il 60 per cento;
- figlio solo, minore, studente o inabile spetta il 70 per cento.
Mentre per i nipoti, i genitori, i fratelli e le sorelle la prestazione si modifica in percentuali dal 30 al 15 per cento. Inoltre si deve sapere che la reversibilità subisce un taglio (del 25 per cento) nell’erogazione se il reddito del beneficiario supera tre volte il trattamento minimo. Taglio del 40 per cento se supera quattro volte il trattamento minimo, del 50 per cento se supera cinque volte il trattamento minimo.