Assegno unico, chi dovrà rifare la domanda all’INPS

Molti italiani con figli a carico dovranno rifare domanda all’INPS per ottenere nuovamente l’Assegno Unico Universale: ecco chi

assegno unico
assegno unico su rdc chi deve rifare la domanda (Foto Adobe-pensioni.it)

Sono centinaia di migliaia i nuclei familiari in Italia che beneficiano dell’Assegno Unico Universale. Si tratta di una misura varata dal governo Draghi nel marzo 2022 che riguarda le famiglie con figli a carico fino a 21 anni di età e senza limiti di età nel caso in cui i figli presentano una qualche disabilità.

L’Assegno Unico è andato a sostituire tutti i bonus presenti fino a quel momento in busta paga come gli Assegni al Nucleo Familiare e i Bonus Bebè. L’AU è stato prorogato anche dal governo Meloni per l’intero 2023 e il suo importo è erogato, a seconda dell’ISEE, direttamente sull’IBAN indicato in fase di domanda.

Assegno Unico: i nuclei familiari che devono fare domanda all’INPS per ottenerlo

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assegno unico su rdc chi deve rifare la domanda (Foto Adobe-pensioni.it)

Se da un lato molti percettori dell’Assegno Unico non hanno dovuto ripresentare domanda per continuare ad ottenere l’assegno nel 2023, dall’altro lato altri beneficiari devono presentare nuova domanda all’INPS. Parliamo, nel dettaglio, di tutti i beneficiari che ricevono l’AU sulla carta del Reddito di Cittadinanza.

A specificarlo è l’INPS attraverso il messaggio n.2632 in cui spiega le modalità di invio della domanda per tutti i nuclei familiari che, a partire dal mese di luglio, non riceveranno più la ricarica del Reddito di Cittadinanza. Coloro i quali percepiscono l’AU sul RdC devono presentare apposita domanda all’INPS entro l’ultimo giorno del mese di competenza del RdC.

I percettori del RdC, infatti, mantengono il beneficio fino alla naturale scadenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2023, e nel limite massimo di fruizione di 7 mensilità. Sono esclusi da quest’ultimo limite i nuclei familiari al cui interno vi siano persone con disabilità, minorenni o persone con almeno 60 anni di età e ai percettori del Rdc che, prima della scadenza dei sette mesi, sono stati presi in carico dai servizi sociali, in quanto non “attivabili al lavoro”.

Con la decadenza del RdC viene a cadere anche la corresponsione d’ufficio dell’AU per cui, i nuclei familiari interessati, dovranno presentare una nuova ed apposita domanda in autonomia all’INPS per il riconoscimento dell’Assegno Unico. La domanda deve essere fatta entro l’ultimo giorno del mese di competenza del Reddito di cittadinanza.

La domanda dovrà essere presentata anche nelle ipotesi di sospensione del RdC nelle more della comunicazione di presa in carico dei servizi sociali dei soggetti non attivabili al lavoro e purché tutto questo avvenga entro il 31 ottobre 2023. In questo caso l’Assegno Unico sarà erogato per l’intero importo spettante, salvo poi eventuali conguagli. I conguagli saranno effettuati d’ufficio nel caso di ripresa dell’erogazione del Reddito di cittadinanza a seguito della comunicazione della presa in carico da parte dei servizi sociali.

Ricordiamo, infine, che anche ai nuclei a cui non si applica il limite delle sette mensilità, e quindi i nuclei familiari con disabili, minorenni, soggetti con oltre 60 anni, dovranno presentare la domanda di AU all’INPS entro l’ultimo giorno del mese di competenza del RdC, quindi entro il 31 dicembre 2023. Tutto questo al fine di percepire l’AUU con continuità a decorrere dal mese successivo alla cessazione dei pagamenti di Rdc.

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