Che pensione potrai avere se hai fatto il muratore a nero

Ecco quale sorpresa pensionistica riserva una carriera professionale svolta illecitamente, senza un contratto regolare. E non è affatto gradevole

pensione lavoro illegale
Lavoro a nero (Foto Adobe – pensioniora.it)

Il tema spinoso delle pensione è difficilmente separabile dal tema del lavoro. In Italia, nero su bianco, è ancor più inevitabile tale relazione, dal momento che quella del lavoro rappresenta la prima prerogativa nella Carta costituzionale; in questo modo, il cittadino lega il suo rapporto con i diritti e i doveri da e verso lo Stato, alla sua condizione lavorativa come indicatore individuale e sociale di dignità.

Dalla presenza e dalla qualità del lavoro dipende la sopravvivenza dello Stato, la salute dell’individuo, la formazione di una famiglia e molto altro; in ultima analisi, il futuro di una società. Come però si osserva dalla cronaca, non mancano i corti circuiti che mettono in crisi le ambizioni e le intenzioni di una società. L’innalzamento anagrafico della demografia nazionale, associato ad un drammatico calo delle nascite, apre inesorabilmente un problema di carattere previdenziale.

Che pensione ottiene un muratore a nero?

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Lavoro a nero (Foto Adobe – pensioniora.it)

In futuro, da un lato si rischia di veder ridurre le nuove, potenziali leve di giovani lavoratori; dall’altro lato, si va incontro ad un blocco delle erogazioni pensionistiche, sia di quelle già attive che dei lavoratori che soddisfano i requisiti per il congedo pensionistico. Come già sta avvenendo, il sistema contributivo fa sì che le odierne trattenute sui lavoratori paghino gli attuali ratei pensionistici. Chi pagherà quelli di domani se cala il numero dei produttori di reddito?

Per compensare la deformazione strutturale, a ritmo annuale il governo elabora un sistema di congedo anticipato per i lavoratori prossimi alla pensione, senza tuttavia incentivare l’uscita, anzi riducendo leggermente l’assegno mensile. L’attuale Quota 103 consente il congedo una. volta raggiunti i 62 anni anagrafici e i 41 anni di contributi versati; essa si accompagna alla pensione di vecchiaia ereditata dalla Legge Fornero, con 67 anni di età e con versamenti contributi per almeno 20 anni.

Quale assegno pensionistico per il muratore irregolare?

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Lavoro a nero (Foto Adobe – pensioniora.it)

Oggigiorno, tra flessibilità e precarietà, sin dall’inizio della sua carriera, per un giovane lavoratore rappresenta un’impresa non da poco quella di avere una così continuità professionale sulla base dei suddetti traguardi previdenziali. Tantomeno se nel novero degli anni professionali sono inclusi parzialmente o totalmente anni di lavoro in nero. Fenomeno che spesso infetta in particolare il lavoro nel settore dell’edilizia, il lavoro in nero non consiste l’assenza di un contratto o in un contratto non regolare.

Soprattutto, esso esclude categoricamente questi riconoscimenti al lavoratore: la copertura previdenziale; le garanzie e le tutele previste di legge; il pagamento delle imposte previste; il diritto all’indennità di disoccupazione – Naspi – e la liquidazione alla cessazione del rapporto di lavoro. Niente copertura previdenziale, niente contributi per la pensione. Un pugno di contributi permette comunque di accedere ad una forma pensionistica.

Si tratta della pensione di vecchiaia, ottenuta – dal 2012 – dai lavoratori che hanno acquisito il primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996, all’età di 71 anni di età e con almeno 5 anni di anzianità contributiva effettiva (esclusi i contributi figurativi). In alternativa, c’è l’Assegno sociale, erogato: a 67 anni di età; in stato di riconosciuto bisogno economico; con cittadinanza italiana e situazioni equiparate; la residenza effettiva in Italia; con 10 anni di soggiorno legale e continuativo in Italia. L’importo dell’assegno, al 2023, è di 503,27 euro per 13 mensilità.

 

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