L’assegno di 500 euro al mese viene sottratto ai pensionati che si trasferiscono all’estero. Quali sono le condizioni a cui stare attenti
Dato l’aumento del costo della vita, molti lavoratori in smart working ed anche pensionati possono decidere di trasferirsi all’estero per poter mantenere un tenore di vita più alto rispetto a quello che hanno in Italia. Ad esempio in alcuni paesi dell’Est, come la Romania o la Bulgaria, il costo della vita è inferiore al nostrano. Dunque una pensione ha un potere d’acquisto maggiore in determinati luoghi. Tra le altre mete privilegiate ci sono quelle che mantengono un clima simile a quello italiano, come ad esempio la Spagna, il Portogallo, Cipro o Malta. I pensionati che si trasferiscono all’estero lo fanno per migliorare la loro qualità di vita.
Tuttavia esistono dei casi nei quali entrambe le condizioni non sono compatibili. Ovvero la ricezione di un assegno mensile da parte dello Stato con il trasferimento definitivo all’estero. Dove per trasferimento non si intende una semplice vacanza, anche se prolungata, ma un vero e proprio cambio di residenza. E non si tratta di benefici quali il reddito di cittadinanza o l’indennità di disoccupazione, ma un’altra prestazione erogata dall’INPS ai soggetti che abbiano compiuto più di 67 anni di età e che versino in difficoltà economiche. Stiamo parlando dell’assegno sociale.
Pensione sociale e residenza all’estero, perché non sono compatibili
L’assegno sociale è un tipo di prestazione di sussidio da parte dell’INPS a vantaggio delle persone che abbiano compiuto più di 67 anni e che non siano riuscite a maturare contributi sufficienti per ottenere una pensione diretta da parte dello Stato. Dunque anche se determinate persone non hanno lavorato per tutta la loro vita, o se sono casalinghe senza pensione di reversibilità, non possono rimanere in uno stato di povertà assoluta senza che lo stato intervenga in qualche modo.
Quindi scatta l’assegno sociale. Che è cosa ben diversa dalla pensione minima. La pensione minima infatti prevede un tot di contribuzione. L’assegno sociale può essere erogato anche chi non ha versato alcun contributo. Questo tipo di prestazione ha delle condizioni e dei requisiti. Uno dei quali è la residenza in Italia.
Dunque se il pensionato over 67 che decide di trasferirsi all’estero cambia la residenza, l’assegno sociale gli verrà immediatamente revocato. Non è necessario che venga cambiata la residenza. È concesso ovviamente poter viaggiare. Tuttavia nel caso in cui il titolare dell’assegno sociale soggiorni all’estero per più di 29 giorni consecutivi, il legislatore gli sospende l’assegno sociale. Ma non definitivamente. Passato un anno dalla sospensione, la prestazione può essere nuovamente erogata su richiesta
I requisiti per l’assegno sociale
Oltre alla residenza all’estero, la conditio sine qua non per ottenere il sussidio per gli over 67 che non hanno maturato una pensione e l’altro tipo, il legislatore richiede che venga appurato uno stato economico disagiato. Nel caso in cui il richiedente non sia coniugato, il reddito che non deve essere superato è di euro 6.542,51 annui. Cifra che aumenta a 13085,02 euro nel caso in cui sia presente un coniuge. L’assegno sociale può arrivare anche a 1000 euro nel caso in cui il beneficiario sia un invalido e che abbia diritto all’assegno di accompagnamento. Quest’ultima prestazione non è incompatibile con l’assegno sociale. La cifra per il 2023 è pari a 503,27 euro per 13 mensilità.