Reddito di Cittadinanza (RdC), giovani in difficoltà con la nuova prestazione che ne prenderà il posto a breve
Il Reddito di Cittadinanza (RdC) sta per terminare con l’erogazione del mese di luglio già per molti beneficiari. Infatti per quanti hanno raggiunto la settima erogazione mensile nel corso dell’anno 2023, la misura è prevista in conclusione. I primi ad essere coinvolti dal cambiamento gli occupabili dai 18 ai 59 anni che non fanno parte di nuclei familiari con soggetti fragili (anziani con almeno 60 anni, disabili e minorenni).
Si calcola che circa 400mila persone perderanno il sostegno contro la povertà fin dal mese di luglio e solo parte delle famiglie avranno la possibilità di accedere al Supporto per la formazione e il lavoro che prenderà definitivamente il via dal mese di settembre. L’abbassamento dell’Isee a 6mila euro per accedere alla misura in avvio nel prossimo autunno ridurrà i beneficiari, soprattutto fra le fasce più giovani.
Il Supporto per la formazione e il lavoro è una sorta di indennità di partecipazione a corsi si qualificazione, riqualificazione e aggiornamento professionale, di orientamento e accompagnamento al lavoro, di partecipazione a qualsiasi politica attiva del lavoro riconosciuta. L’erogazione è individuale, pensata per i soggetti più poveri, dell’ammontare mensile di 350 euro e della durata massima di 12 mesi senza possibilità di rinnovo.
Prevede inoltre la partecipazione e attivazione alle politiche della lavoro sulla piattoforma SIISL (Sistema informativo inclusione sociale e lavorativa), con la Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, la sottoscrizione del Patto di attivazione digitale con l’invio dei propri dati personali a centri per il lavoro privati e pubblici, società di intermediazione, eccetera e infine la firma del Patto di servizio personalizzato per l’avvio di ulteriori procedure formative.
Il Supporto per la formazione e il lavoro è quindi progettato per stimolare gli occupabili alla ricerca e all’accettazione delle offerte di lavoro che giungeranno. Da ricordare che il Supporto è compatibile con la fruizione dell’altra misura che prenderà il posto del Reddito di Cittadinanza, cioè con l’Assegno di inclusione, a partire dal mese di gennaio dell’anno prossimo. Tuttavia la compatibilità è possibile solo nei in cui il reddito familiare non superi i 6mila euro previsti per il Supporto.
L’Assegno di inclusione è previsto per le famiglie che rientrano nel termine Isee di 9.360 euro, si trovano con elementi anziani di almeno 60 anni di età, disabili e minorenni. Ad essere inclusi nella scala di equivalenza che determina il calcolo dell’ammontare mensile della nuova prestazione sono il soggetto richiedente (con parametro 1), ogni soggetto disabile (parametro 0,50), ciascun componente con età pari o superiore a 60 anni (parametro 0,40).
Continuando sono inclusi il maggiorenne con carichi di cura, cioè per minori di 3 anni di età, per 3 o più figli minori nel nucleo familiare richiedente, per disabili gravi o persone non autosufficienti (parametro 0,40), per componenti con disagio bio-psicosociale inserito in programmi pubblici di assistenza (parametro 0,30), ogni figlio minore fino al secondo (parametro 0,15), ogni altro figlio minore oltre il secondo (parametro 0,10).
Il parametro di ogni componente viene sommato fino a un massimo di 2,2 (2,3 in presenza di disabile) per determinare la cifra spettante. Come si vede dal calcolo sono esclusi i maggiorenni senza carichi di cura. Quindi tutti i giovani maggiorenni benché a carico del richiedente, non saranno considerati per il calcolo complessivo dell’Assegno di inclusione. In questo caso c’è solo la possibilità di accedere al Supporto per la formazione e il lavoro, ma solo se si rispettano i requisiti economici stringenti che sono stati introdotti.