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Denunciare il datore di lavoro: cosa prevede la legge

È possibile denunciare il datore di lavoro per diversi reati. Sono più di uno gli organi ai quali il dipendente può rivolgersi sia per una consulenza che per un’azione legale

Mansioni edili (Foto da Canva) – pensioniora.it

Il mondo del lavoro è diventato sempre più precario e parcellizzato. Un lavoratore dipendente, un lavoratore a nero, a cottimo o a partita IVA, può denunciare il proprio lavoro datore di lavoro per diversi reati. Si parte dallo sfruttamento del lavoratore, il mobbing, fino ad arrivare alle molestie sessuali sul posto di lavoro. Sono condizioni piuttosto spiacevoli, nei quali molto spesso il il dipendente preferisce abbandonare il lavoro e non subire l’umiliazione di un procedimento legale.

Questo porta inevitabilmente all’aumento dei fenomeni più gravi che corrompono ancora L’Italia, quali ad esempio il lavoro in nero. Uno dei problemi legati alle denunce è la dimostrazione del fatto. Se ci sono dei documenti che attestino il reato da parte del datore di lavoro la procedura può essere più semplice. In casi differenti è necessaria la testimonianza di colleghi.

E questo punto è molto difficile da ottenere, dato che spesso i dipendenti, per paura di perdere il proprio impiego, evitano di entrare in contrasto con il proprio capo. Questo è un ricatto psicologico che nel momento in cui una persona si sente costretta ad abbandonare il proprio impiego a causa di sfruttamento o molestie non deve essere motivo sufficiente per fargliela passare liscia.

Sfruttamento del lavoro, come denunciare il proprio datore

Mansioni edili (Foto da Canva) – pensioniora.it

I casi di sfruttamento del lavoro sono declinati in maniera differente. Si parte dalla condizione in cui un lavoratore si trova a svolgere mansioni qualificate con un contratto che non le prevede. In questo caso egli dovrebbe avere un inquadramento professionale maggiore, che invece non gli viene corrisposto né a livello contrattuale né tantomeno di retribuzione. In questo caso ci si può rivolgere ad un avvocato, un caf, o l’ispettorato del lavoro.

Altre situazioni piuttosto comuni sono il lavoro in nero. Se un lavoratore per diversi anni ha svolto un impiego senza essere né registrato né aver ricevuto contributi, e gli può denunciare il proprio datore di lavoro. Anche le dimissioni involontarie causate da eventi quali mobbing o molestia sessuale possono essere motivo sufficiente per avviare un procedimento amministrativo e penale a carico del datore di lavoro.

In tutti questi casi ottenere un risarcimento non è sempre semplice, specialmente se dall’altra parte si trovano delle ditte molto strutturate o delle multinazionali, con la loro schiera di avvocati che troveranno il modo o delle clausole per difendersi.

La sicurezza sul lavoro e le autorità competenti

Lavoro occasionale (Foto da Canva) – pensioniora.it

Altre situazioni possono essere denunciate quando non sono presenti le norme di sicurezza, come le uscite di emergenza, antincendio, e tutto ciò che viene normato dalla 626. Se il datore di lavoro non rispetta questi canoni può essere denunciato per inadempienza. In questo caso la questione è semplice.

Basta rivolgersi all’ispettorato del lavoro che verrà prontamente a fare un sopralluogo. Se le ragioni dello sfruttamento sono più personali, quale la molestia sessuale o il sottomansionamento, è più difficile dimostrare il reato. Per questo, nel caso in cui non si sia soli si può intentare una causa collettiva. Se ci si trova nella condizione di disagio sul proprio posto di lavoro è bene innanzitutto chiedere una consulenza ad un CAF o ad un avvocato del lavoro.

Pubblicato da
Giulia Borraccino