Il Parlamento sta decidendo per un nuovo rapporto tra Agenzia delle Entrate e i contribuenti circa l’opposizione alle cartelle esattoriali. Cosa succederà
Nel bel mezzo dell’estate e in prossimità dell'”epicentro” temporale delle partenze, il conto alla rovescia fiscale si avvicina rapidamente alla fine. Ciò che si avvia al termine è infatti l’intenso lavoro dell’Agenzia delle Entrate iniziato nei primi giorni di maggio. Si sta parlando del primo e principale adempimento da parte del cittadino in qualità di contribuente: ossia la presentazione della dichiarazione dei redditi.
La data in oggetto è infatti quella del 20 luglio 2023, nuovo termine di scadenza formulato come proroga alla consueta conclusione degli invii del 30 giugno di ogni anno. Pertanto, c’è ancora un pugno di giorni a disposizione per inoltrare telematicamente la domanda, tramite il portale dell’Agenzia, dopo la compilazione del modello 730 o 740 Unico, prodotta in autonomia o con la più “sicura” assistenza di un commercialista o di un servizio di patronato.
I contribuenti dalla situazione reddituale piuttosto semplificata hanno archiviato da tempo le loro preoccupazioni, in quanto coloro che si sono affidati all’inoltro telematico dei modelli precompilati dallo stesso ufficio di riscossione, hanno provveduto entro il 30 maggio 2023. Questo anticipo sugli altri, ossia su coloro che hanno una fotografia dei redditi più articolata e ai quali sono attribuite diverse spese oggetto di detrazione, consentirà loro di ottenere la priorità sull’imminente inizio dei pagamenti relativi ai rimborsi dell’eventuale credito d’imposta.
Tale agevolazione è dovuta al fatto che i relativi modelli non sono sottoposti ad alcun controllo dal momento che sono stati compilati dall’ente stesso. Per gli altri contribuenti, invece, i rimborsi sono in erogazione dal mese di agosto, fino alla fine di novembre. L’adempimento della dichiarazione dei redditi ha un vasto raggio di obbligatorietà che tocca pensionati e lavoratori con o senza sostituti d’imposta.
I crediti d’imposta, infatti, vengono rimborsati direttamente sui cedolini INPS (per i percettori del trattamento pensionistico), oppure in busta paga (per i lavoratori dipendenti). Di fatto, i modelli 730 e Unico consentono di concretizzare la più importante forma di finanziamento dello Stato, verso la sua macchina burocratica e verso il sostegno economico che protegge i diritti dei cittadini.
Un’altra forma per alimentare le casse dello Stato – formula rapida e agevolata – è quella della rottamazione delle cartelle esattoriali. L’attuale Rottamazione quater permette lo stralcio dei debiti (2000-2015) sotto i mille euro, oltre ad una forte scontistica e rateazione (con cancellazione degli interessi) per le somme non evase tra i mille e i tremila euro. L’adesione al piano di rinegoziazione dei pagamenti è scaduta lo scorso 30 giugno.
In questi giorni, invece, il Parlamento sta discutendo sui nuovi termini della delega fiscale e il rapporto tra contribuenti e Fisco. Concretamente, all’Agenzia delle Entrate viene chiesto inderogabilmente di presentare prove approfondite su eventuali atti indebiti, prima di procedere ad atti impositivi. L’onore della prova sulle spalle del Fisco è suggellato dal primato del diritto di difesa dei contribuenti.
Prima di inchiodare i contribuenti inadempienti alle loro responsabilità, sul Fisco ricade l’obbligo di considerare l’eventuale contraddittorio preventivo e soltanto successivamente può emettere un atto di riscossione; il cittadino, dal canto suo, viene protetto dalle tutele che ruotano attorno alcune norme fiscali caratterizzate da dubbi interpretativi, tramite lo Statuto dei contribuenti. Il tal modo l’Agenzia delle Entrate non può più proceder con atti esecutivi immediati. Analogamente, si procede alla cancellazione delle sanzioni nei casi di ritardi, omissioni o errori amministrativi.