Ecco come si stanno comportando INPS e Comuni in relazione alla pubblicazione dei nominativi che beneficeranno del supporto previdenziale per la spesa
Dall’inizio della crisi economica, ossia da oramai più di un anno e mezza fa, oltre alle note vicende di carattere bellico, le famiglie – un po’ in tutta Europa – stanno subendo le conseguenze del fattore economico e sociale per eccellenza, nelle sue espressioni più estreme: si sta parlando ovviamente dell’inflazione. Ed in effetti, quest’ultima è la grande protagonista del quadro economico nel vecchio continente (Italia compresa).
Nell’ambito della penisola, il fattore inflazionistico ha rappresentato per un certo numero di mesi il termometro della crescita di un Paese che aveva appena varcato la soglia d’uscita, dopo l’emergenza sanitaria dovuta all’epidemia da Covid-19. Dal collezionare punti percentuali di PIL (circa sette), la conversione è andata verso l’erosione del sistema di spesa dei cittadini, con il calo del potere di acquisto, il rincaro delle bollette sulle utenze domestiche, il rialzo generalizzato del costo della vita.
Per molte famiglie, prima ancora che dello Stato, si è aperto il fronte domestico della recessione, aggravato dall’eventuale perdita del posto di lavoro, rispetto al già difficoltoso decremento del reddito. Pertanto una nutrita platea di cittadini sono stati costretti a esporsi all’aiuto degli strumenti economici della previdenza, a supporto delle condizioni di sussistenza all’interno del contesto dei nuclei familiari.
Nel caso della disoccupazione, soprattutto nel contesto del lavoro dipendente, l’INPS fornisce la sua indennità, conosciuta come Naspi. La misura assistenziale rappresenta uno strumento temporaneo di erogazione di un assegno mensile pari al 75% della media delle buste paga degli ultimi quattro anni. La durata minima è di 6 mesi, ma la sua decorrenza dipende da quanto stabilito dal contratto nazionale della categoria a cui il lavoratore appartiene.
Dopo i 6 mesi, il rateo mensile diminuisce del 3% di mese in mese, fino alla scadenza stabilita. Dopo, si prospetta l’assorbimento in una nuova esperienza professionale; ma per taluni cittadini può aprirsi il nefasto periodo di una disoccupazione più prolungata, con annessa erosione delle proprie risorse finanziarie. Da luglio, questi lavoratori, in possesso di un reddito ISEE fino a 15mila euro annui possono beneficiare della Carta Solidale 2023 erogata dall’INPS. Ovviamente, a parità di reddito anche i pensionati e i disabili.
Gli stessi soggetti, in condizione di povertà assoluta con un ISEE fino a 6mila euro possono richiedere i nuovi strumenti che sostituiscono il vecchio Reddito di Cittadinanza, ossia il Supporto Formazione e Lavoro (per i soggetti occupabili) e l’Assegno di Inclusione (destinato ai soggetti non occupabili). La Carta Solidale viene assegnata dall’INPS tramite direttamente i Comuni che provvederanno a “spuntare” l’intera lista dei beneficiari.
Si tratta di un credito di 382,50 euro, erogato dal 18 luglio 2023, e destinato all’acquisto di beni di prima necessità, escluse le bevande alcoliche. La Carta può essere utilizzata presso gli esercizi commerciali aderenti, i quali fissano sugli stessi prodotti interessanti uno sconto del 15%, in via diretta o tramite buoni spesa. Entro il 18 luglio, le liste saranno definitive e complete dei codici carta assegnati, ma non bisogna aspettarsi alcuna pubblicazione online.