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Pensioni

Pensione di reversibilità: perché molte mogli non la prendono

Ecco i motivi per cui l’ordinamento legislativo e previdenziale prevede che alcuni coniugi superstiti siano esclusi dal beneficio della quota pensionistica

Pensione di reversibilità (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nonostante non manchino più molte settimane dall’ufficializzazione dei consueti giorni di vacanza per milioni di italiani, le incombenze quotidiane sul lavoro e nella vita sociale, familiare, sono ben salde al loro posto per ricordare quante sfide attendono di essere risolte prima di godersi il meritato relax. Ovviamente, nel quadro personale non va escluso il quadro collettivo, con le sue difficoltà, e soprattutto con i suoi costi.

Nel corso di poco più di un anno e mezzo di guerra nel cuore del vecchio continente europeo, si è assistito fondamentalmente ad un continuo rimescolamento delle carte che non ha in alcun modo ridefinito la marcia degli eventi. Anzi, il tempo odierno non ha che ereditato degli elementi storici soltanto di pochissimo trasformati. Un cambiamento risibile, percepito in modo netto dai singoli cittadini. 

Pensione di reversibilità: quando l’INPS non la assegna alle mogli

Pensione di reversibilità (Foto Adobe – pensioniora.it)

Ad oggi, dunque, sono sopravvissute componenti come il caro vita, con i suoi prezzi aumentati sui beni di consumo, il rincaro delle bollette ora esteso all’elettricità (dopo la stabilizzazione delle tariffe sul gas, ma senza correttivi a beneficio degli utenti); esse hanno prodotto l’endemico calo del potere d’acquisto, ma rappresentano altresì gli ingredienti di base dell’inflazione.

In molte famiglie italiane il fattore inflazionistico si è associato ad altri elementi persistenti in grado di foraggiare un graduale impoverimento; quello stesso impoverimento che spesso si traduce, nelle nuove generazioni, nell’estrema difficoltà a trovare un posto di lavoro che sia remunerativamente sostenibile, oltre che solido e rispettoso dei diritti dei lavoratori. Molte volte tale patto sociale salta e i figli approdano alla maggiore età dipendenti dal reddito dei genitori.

Pensione di reversibilità: perché non viene erogata in alcuni casi

Pensione di reversibilità (Foto Adobe – pensioniora.it)

Un cordone ombelicale, questo, capace di declinarsi anche in un’altra maniera: ossia il rapporto di subordinazione di un coniuge non economicamente autosufficiente al reddito dell’altro coniuge. È in questo status quo che un lutto in famiglia diviene un evento incisivo nell’economia di un nucleo familiare. A maggior ragione se il soggetto deceduto è il titolare del reddito principale, che mantiene il resto dei componenti.

Oltre che affettivo, tale circostanza impone uno shock economico per i familiari superstiti, privati del loro principale sostentamento. A meno che il reddito venuto meno, non sia di natura previdenziale, o meglio, pensionistica. Sì, perché se il de cuius è titolare di una pensione INPS, i familiare, ovvero l’altro coniuge e i figli in primis possono ricevere, dall’ente, una quota del trattamento.

Si sta parlando della cosiddetta pensione di reversibilità. Viene assegnata a fratelli, sorelle e genitori se questi sono i familiari a carico del soggetto deceduto. I figli ricevono la pensione di reversibilità fino all’età di 26 anni, ma può proseguire se essi sono inabili al lavoro in modo totale o permanente. Per quanto riguarda i coniugi superstiti, la reversibilità è assegnata in caso di separazione e di divorzio: però, dev’essere accertata la ricezione dell’assegno di mantenimento o dell’assegno divorzile. Infatti, se la moglie è convolata a nuove nozze, oltre a non ricevere più l’assegno di divorzio, non verrà assegnata nemmeno la quota pensionistica di reversibilità.

 

Pubblicato da
Roberto Alciati