Come si può lasciare il mondo del lavoro nel 2023? Ecco tutte le possibilità per andare in pensione nel corso dell’anno
Lasciare il mondo del lavoro ed andare in pensione è il giusto riconoscimento di chi, per anni, anzi decenni, ha lavorato sodo. La sveglia puntata sempre alla stessa ora, almeno 8 ore al giorno di lavoro e spesso solo due settimane di ferie in tutto l’anno fanno della pensione il traguardo più ambito da un lavoratore.
Ogni anno i futuri pensionati devono destreggiarsi tra una serie di norme e regole che riguardano proprio il pensionamento che variano a seconda del governo che si trova in carica in quel momento. Per quanto riguarda il 2023 le norme per andare in pensione sono state ufficializzate dal governo Meloni attraverso la Legge di Bilancio 2023.
Nel 2023 esistono vari modi per lasciare il mondo del lavoro ed andare in pensione. Innanzitutto c’è la pensione di vecchiaia che prevede il pensionamento a 67 anni e con una anzianità contributiva di 20 anni. Oltre agli anni di lavoro sono conteggiati anche i riscatti di laurea, il servizio militare, la maternità e la NASPI. E’ poi possibile utilizzare il cumulo contributivo gratuito per il quale vengono sommati i contributi delle gestioni Inps o presso le casse professionali.
Per il 2023 si potrà andare in pensione anche in modo anticipato con 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne. Un’altra alternativa è l’isopensione che riguarda le aziende con più di quindici dipendenti che vogliono anticipare la pensione del personale. È valida per il lavoratori che nei sette anni successivi raggiungono i requisiti minimi per il pensionamento dato dalla vecchiaia.
Sempre nel 2023 si potrà lasciare il mondo del lavoro attraverso l’APE Sociale. Rientrano in questa pensione anticipata i disoccupati, disabili per almeno il 74%, caregiver e gli addetti a mansioni gravose. I requisiti per usufruire della misura riguardano l’aver compiuto 63 anni e aver versato almeno 30, 32 o 36 anni di contributi che variano in base alla categoria di appartenenza.
Tutti coloro che, invece, hanno iniziato a lavorare sin da giovanissimi e hanno iniziato a versare contributi previdenziali prima del 1° gennaio 1996 possono andare in pensione in modo anticipato. Per questo tipo di pensione è necessario aver versato 41 anni di contributi di cui uno prima del compimento dei 19 anni di età.
Pensione anticipata, nel 2023, anche per tutti coloro che svolgono mansioni usuranti o gravose. Rientrano in questa casistica i dipendenti che abbiano svolto questa tipologia di incarichi per almeno 78 tra giorni e notti in un anno possono andare in pensione con 35 anni di contributi versati e a 61 anni e 7 mesi se dipendenti oppure a 62 anni e 7 mesi se autonomi.
Un altro modo per andare in pensione nel 2023 è usufruendo di Opzione Donna. Con questa misura è possibile andare in pensione con 35 anni di contributi versati. Dal 2023 è richiesta l’età di 60 anni per tutte le categorie di lavoratrici sia quelle dipendenti che quelle indipendenti. Infine, c’è Quota 103 dove l’età per andare in pensione è fissata a 62 anni di età e 41 anni di anzianità contributiva, la misura è riservata agli iscritti alle gestioni INPS.