Per farsi un’idea precisa sui tempi di attesa per andare in pensione, è bene avere un quadro completo dei contributi INPS già versati dal proprio datore di lavoro
Ormai le persone che si stanno per avvicinare alla pensione parlano frequentemente della questione contributiva. Che un tempo era affiancata da quella retributiva. Putroppo, specialmente per i giovani, si sta avvicinando uno scenario di contributivo puro. In conseguenza al quale sarà molto più difficile per tanti cittadini andare in pensione ai 67 anni programmati. Infatti la legge prevede che l’uscita dal mondo del lavoro a 67 anni deve avere un assegno che superi di almeno una volta e mezzo il valore della pensione minima.
In questo modo si potrebbe andare in quiescenza con 20 anni di contributi. Chi non raggiunge questa cifra, dovrà attendere i 71 anni di età per andare in pensione. Con la speranza che l’assegno sia dignitoso ai fini di condurre una vita adeguata alla propria età ed alle proprie esigenze. Tutto questo discorso è finalizzato a mostrare ancora una volta quanto importante sia il cumulo contributivo. Gli autonomi lo devono versare per conto proprio, ed il calcolo pensionistico è puramente contributivo. Mentre i lavoratori dipendenti ricevono i contributi ogni mese in base alla propria categoria professionale ed al contratto lavorativo. Il datore di lavoro inserisce queste informazioni mensilmente sulla busta paga.
Esiste un documento erogato dall’ente di previdenza sociale, che si occupa di accantonare e conteggiare i contributi per tutti i lavoratori, che si chiama estratto conto contributivo. Esso è composto da una parte iniziale, l’intestazione, che riporta i dati personali del lavoratore. Di seguito sono elencate le informazioni sui contributi versati dal 2005 fino ad oggi. All’interno di queste informazioni sono presenti dettagli quali la tipologia di contributi, il numero di giorni settimane o mesi di contributi validi per il calcolo pensionistico, il totale della retribuzione sempre in merito ai contributi, l’intervallo di tempo dei versamenti.
Per accedere a questo documento si deve entrare nel portale INPS tramite le chiavi digitali Spid o carta d’identità elettronica dotata di chip. All’interno della pagina personale, esiste una voce specifica sull’estratto conto contributivo. Una notizia interessante è che l’INPS in questo documento suddivide i contributi in base ai piani previdenziali. Informazione importante specialmente per i lavoratori che hanno mutato tipologia di lavoro negli anni. È bene controllare l’estratto conto contributivo anche per verificare che nel tempo il datore di lavoro abbia versato correttamente contributi al lavoratore.
Purtroppo capita non di rado che i datori di lavoro non versino i contributi che spettano di diritto al lavoratore. Talvolta per intenzioni fraudolente, nella convinzione che il lavoratore dalla busta paga non riesca ad evincere l’errore, altre volte per delle semplici dimenticanze. In questo caso, dopo aver controllato l’estratto conto contributivo, si può effettuare segnalazione direttamente all’INPS, che provvederà a far correggere l’errore al datore di lavoro. Prima viene effettuata la segnalazione è meglio è. Per questo è importante controllare di tanto in tanto il proprio estratto conto contributivo.