Purtroppo in alcuni casi le spese per i funerali non possono essere pagate dai parenti per mancanza di liquidità
Al momento del decesso di un parente stretto il dolore e la sofferenza per la perdita purtroppo spesso devono essere parzialmente messe da parte per ovviare a delle questioni burocratiche. Tra le quali l’organizzazione del funerale e soprattutto il pagamento delle spese. Anche se non è una questione alla quale si pensa frequente, le spese per un funerale come si deve sono decisamente alte. Si deve considerare soprattutto il trattamento della salma, le spese per le pompe funebri e la sepoltura o cremazione. Può accadere che la persona in questione sia sola e nessuno ne rivendichi il corpo, come può anche accadere che la famiglia non abbia i mezzi materiali per provvedere alle spese.
Ed allora cosa succede? Senza dubbio non si può evitare un’azione come la sepoltura, anche per motivi igienici. La famiglia ha le spese per il funerale come uno dei passivi ereditari. Ciò significa che in presenza dell’eredità una parte delle spese deve essere obbligatoriamente destinata ad un funerale dignitoso. Stesso discorso nel caso in cui la persona in questione sia sola e tutti i suoi beni finiscano nelle mani dello Stato in assenza di eredi. Il funerale è un diritto per la persona deceduta.
Come accennato, le spese per il funerale rappresentano a tutti gli effetti un passivo ereditario. Ciò significa che i chiamati all’eredità devono obbligatoriamente rendere questo servizio al defunto, anche decurtandolo dall’eredità. Tuttavia il fatto che abbiano speso del denaro per il funerale non corrisponde ad un’automatica accettazione dell’eredità. Essa può essere lo stesso rifiutata entro 10 anni dall’apertura della pratica di successione. A cui segue inevitabilmente il congelamento dei beni del defunto. Cioè soldi che nessuno può toccare o prelevare. Anche in questo caso fanno eccezione le spese per il funerale, che possono essere pagate con il conto corrente o con i beni del de cuius.
Nel caso in cui non ci sia eredità, e che gli eredi non abbiano sostanze per pagare un funerale, subentrano i funerali di povertà, anche detti funerali gratuiti. Ovviamente previo l’accertamento dell’indigenza reale dei parenti in vita. A quel punto è il Comune che si occupa delle spese, ovviamente con trattamento minimo ed indispensabile. Ogni anno viene accantonata una cassa per questa evenienza.
Diverso è il discorso del funerale sociale, che non ricade interamente sulle finanze comunali, ma solo in una percentuale. Ogni Comune può stabilire le proprie regole in base a quelle della Polizia mortuaria. Tuttavia generalmente il funerale sociale chiede ai parenti, il cui stato di povertà è stato accertato, un contributo massimo fino a mille euro per le spese. Queste possono ricadere fino al parente di sesto grado. Il Comune che si occupa di questi oneri è quello di residenza del de cuius finché era in vita. I funerali sociali o gratuiti vengono celebrati nella maniera più semplice ed economica possibile, in assenza di casse sfarzose, loculi costosi o fiori durante la cerimonia.