Stipendio Noipa, è illegale: chi lo fa rischia grosso

La Corte dei Conti sottolinea l’ascesa di una tendenza illegale tra i lavoratori dipendenti dello Stato. Cosa sta succedendo nella Pubblica Amministrazione

noipa doppio lavoro
Stipendio NoiPA (Foto Adobe – pensioniora.it)

Con lo scoppio della crisi energetica, più di un anno e mezzo fa gli italiani non hanno dovuto fare i conti soltanto con gli importi che svettavano inesorabili sulle fatture delle utenze domestiche, e in particolare sul gas; ma hanno dovuto affrontare, e stanno tutt’oggi affrontando l’escalation di un’inflazione difficilmente gestibile con mezzi ordinari. Il risultato globale è stato ed è un sostanzioso aumento del costo della vita. 

Il costo della vita in aumento comporta una serie di cali: il calo del potere d’acquisto, il calo della spesa, e soprattutto la riduzione della capacità di risparmio (quest’ultimo punto è particolarmente preoccupante nelle famiglie più svantaggiate dove si è annullato il divario tra le spese e le somme salvate per il futuro). A fronte di queste discese, vi sono stati un pugno di aumenti strategicamente rovinosi: l’aumento dei prezzi dei beni al consumo, in primo luogo; senza alcuna eccezione per i beni essenziali.

Stipendio Noipa, quali illegalità si stanno registrando 

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Stipendio NoiPA (Foto Adobe – pensioniora.it)

Per le suddette ragioni sono andate moltiplicandosi le liste dei nominativi candidati a beneficiare le numerose misure economiche erogate dall’INPS: in prima fila, si sta parlando delle misure che ereditano gli obiettivi del Reddito di Cittadinanza, ossia il Supporto Formazione e Lavoro e l’Assegno di Inclusione, entrambi stretti nel pacchetto della nuova MIA, la misura di inclusione sociale che ha preso “servizio” il 1° luglio e subentrerà definitivamente dal 1° gennaio 2024 al posto del vecchio RdC.

Oggigiorno restano i percettori RdC che hanno invitato la domanda entro lo scorso 30 giugno. Ad ogni modo, mentre il SFL è destinato ai lavoratori e l’AdI viene riconosciuto ai soggetti non occupabili, ossia disabili, over 60 e minori con un reddito annuo fino a 6mila euro (il singolo) o 9.360 euro (il nucleo familiare), non sono poche le famiglie colpite dal progressivo impoverimento prodotto dalle succitate cause.

Stipendio Noipa, la Corte dei Conti lancia l’allarme

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Stipendio NoiPA (Foto Adobe – pensioniora.it)

Dallo scorso gennaio, l’iniziativa istituzionale ha proseguito nell’anticipo di uno straordinario adeguamento ISTAT, a cominciare dalle pensioni (incluse le pensioni minime, con indici ad hoc) per poi proseguire sulle misure di supporto erogate dall’INPS. Ciò si sta traducendo in vari conguagli positivi a favore degli utenti, a seconda delle ultime variazioni ISTAT acquisite dall’Istituto.

Per quanto concerne il lavoro, lo stato dell’arte è effettivamente più complesso e “liquido”. Da un lato, il governo Meloni ha incluso nella sua legge di bilancio 2023 il taglio del cuneo fiscale contributivo che ridurrà con una doppia forbice percentuale le trattenute, senza intaccare però le somme destinate ai contributi pensionistici. Dall’altro lato, se si vuole vedere davvero qualche euro in più in più, bisogna osservare quanto previsto dall’ultimo rinnovo dei contratti nazionali di lavoro, soprattutto nell’ambito della Pubblica Amministrazione (come scuola, sanità e forze dell’ordine).

D’altronde, gli stipendi della PA sono riconosciuti come notoriamente bassi, e questa condizione, a fronte della odierna situazione socio-economica, è resa ancora più grave; specialmente se essa porta a generare illegalità. L’allarme viene dalla Corte dei Conti, la quale ha confermato, nel suo Giudizio di parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio 2023, che lo stipendio, uno stipendio, semplicemente, non basta. Fino che alcuni lavoratori pubblici ricorrono ad un secondo lavoro, durante gli orari del primo. Ovviamente basta ricorrere al trucchetto del cartellino. In numeri, si regista un aumento del 13% dei dipendenti con un secondo lavoro, il quale ha maturato complessivamente 7,6 milioni di euro di importi percepiti da pubblici dipendenti in totale assenza di autorizzazione.

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