Modelli 730 vecchi, quali puoi buttare e quali assolutamente no

Questi sono i modelli per la dichiarazione dei redditi che si possono cestinare perché non sono più oggetto di eventuali controlli del Fisco

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Dichiarazione dei redditi (Foto Adobe – pensioniora.it)

A ridosso della metà di luglio ci si inoltra sempre più in profondità nell’atmosfera delle vacanze, sebbene le canoniche ferie d’agosto necessitino di un percorso da svolgere ancora lungo e non privo di urgenze e di incombenze. Sì, perché, come spesso accade in prossimità dell’epicentro estivo, può avvenire quell’imprevisto che mette in bilico giorni accuratamente progettati e preparati, nonché il buon sano umore costruttivo utile a consumare con meno ansie le giornate feriali che dividono dal relax.

Nel frattempo, però, non si deve ancora combattere con le vicissitudini di casa o di famiglia, con le spese, con i rincari sul costo della vita, con il denaro e con il tempo che non bastano mai; occorre prendersi cura anche del calendario su cui sono irremovibilmente scolpiti gli impegni fiscali e previdenziali da assolvere prima di far svettare l’ombrellone in spiaggia. Ma anche quest’anno la bilancia degli adempimenti non priva alcuni cittadini di una positiva contropartita.

Modelli 730 vecchi, i termini della conservazione

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Dichiarazione dei redditi (Foto Adobe – pensioniora.it)

Iniziando dalle pensioni, l’inizio del mese corrente è stato caratterizzato dalla attesissima concretizzazione degli aumenti sulle pensioni minime. Non soltanto infatti l’adeguamento ISTAT ai trattamenti pensionistici in generale, annunciati da gennaio, ma proprio quegli indici specifici legati alla rivalutazione: 1,5% di rialzi ai percettori minimi fino a 75 anni; 6,4% per i pensionati over 75, lo stesso indice che produce un rateo mensile portandolo a quasi 600 euro.

Per non parlare che tra il 1° e il 3 luglio, l’INPS ha provveduto ad accreditare altresì la quattordicesima INPS ai redditi pensionistici più bassi, ovverosia quelli che raggiungono una volta, o una volta e mezza il trattamento minimo. Erogazioni in corso, in particolare dalla seconda metà di questo mese, anche quegli conguagli positivi sulle misure di supporto economico prodotti dalle variazioni ISEE. 

Modelli 730 vecchi, queste dichiarazioni possono essere cestinate

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Dichiarazione dei redditi (Foto Adobe – pensioniora.it)

I pagamenti si stanno svolgendo con la regolarità che si può ottenere dalla disponibilità di credito nelle casse INPS; ciò significa che, come è già accaduto, qualche battuta di arresto è inevitabile. Dallo scorso mese di maggio, le casse dello Stato stanno approntando il loro rifinanziamento grazie alla prassi in svolgimento della presentazione della dichiarazione dei redditi. Circa una decina di giorni, è l’iter sarà da ritenere concluso (il 20 luglio).

Una volta raggiunto il termine ultimo tra i contribuenti che sono impegnati nell’invio telematico dei modelli 730 con gli eventuali giustificativi di spesa in allegato (per la detraibilità), si darà corso, a stretto giro, ai pagamenti dei rimborsi per l’eventuale credito di imposta: avverrà direttamente sulle buste paga per i lavoratori dipendenti, e sui cedolini INPS per i pensionati.

Come non si ricorda mai abbastanza, ogni modello della dichiarazione dev’essere oggetto di conservazione da parte del contribuente, casomai sia sottoposto a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il potere di accertamento obbliga a tenere in archivio ogni “scartoffia” per ogni anno di imposta per almeno 5 anni, in quanto le verifiche, secondo la normativa, possono essere attivate entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione redditi.

Ciò significa che il modello di quest’anno, ossia il modello 730/2023 (anno d’imposta 2022), dovrà essere conservato fino alla data del 31 dicembre 2028; medesima limite anche per l’archiviazione personale del Modello Redditi 2023. Quest’anno potrà dunque essere cestinato il Modello 730/2017 (anno d’imposta 2016) e il Modello Redditi 2017 (anno d’imposta 2016); e via anche le dichiarazioni degli anni ancora precedenti. Se nelle dichiarazione dei redditi sono presenti spese detraibili o deducibili con la ripartizione in più anni, la conservazione vede partire il suo quinquennio dall’anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione, contenente il piano delle rate.

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