Cosa sta per accadere all’Ape sociale Inps, ecco la scadenza da tenere presente assolutamente nel mese di luglio
La questione della riforma del sistema pensionistico in Italia pare ormai accantonata per le evidenti difficoltà che si incontrano in una materia così complessa. I paletti indicati dalla legge di bilancio, necessari per far quadrare i conti ed evitare interventi europei, determinano l’annullamento quasi del tutto delle possibilità di arrivare in tempi ristretti a una riforma complessiva che superi l’impianto delineato con la riforma Fornero.
Nel frattempo tuttavia le deroghe e i rinvii decisi dal governo in materia pensionistica stanno per scadere coinvolgendo prestazioni e misure che coinvolgono migliaia di lavoratori che si apprestano a concludere la carriera professionale per accingersi alla pensione. Tra le prestazioni su cui puntare gli occhi c’è sicuramente l’Ape sociale Inps, che rischia seriamente di arrivare a uno stop definitivo. Ma che cosa sta per accadere?
L’Ape sociale è una forma particolare di uscita dal mondo del lavoro a carico dello Stato, non un accompagnamento alla pensione di vecchiaia. A poterne fruire sono esclusivamente alcune categorie protette cui viene versato un contributo mensile che non può superare i 1500 euro lordi. A goderne possono essere coloro che hanno compiuto 63 anni con almeno 30 – 32 anni di contributi (oppure 36 anni, dipende dalla categoria di beneficiari della prestazione).
Le categorie sono quattro, nel dettaglio: disoccupati, giunti al termine del sussidio; caregiver familiari (conviventi) da almeno 6 mesi; invalidi almeno al 74 per cento; addetti a lavori gravosi per almeno sette degli ultimi dieci anni o sei anni nei precedenti sette. Perle prime tre categorie sono richiesti 30-32 anni di contributi versati, mentre per l’ultimo gruppo gli anni di contributi sono 36. Le attività gravose che possono essere coinvolte dall’Ape Sociale sono elencate nella legge di bilancio 2022.
Per le lavoratrici madri di tutte e 4 le categorie è previsto la riduzione di un anno dei contributi per ogni figlio, con un massimo di due anni di taglio. Per accedere all’ape sociale occorre avere concluso qualsiasi attività lavorativa (dipendente o autonoma). Unica eccezione nel caso che il reddito dall’attività lavorativa (dipendente o autonoma) non superi 8mila euro lordi l’anno (dipendenti o parasubordinati) o i 4mila in caso di attività autonoma.
La prossima finestra per accedere all’Ape sociale scade tra breve, proprio a metà mese il giorno 15 luglio. Occorre quindi affrettarsi, la richiesta può essere presentata anche successivamente fino al 30 novembre, ma in questo caso l’accettazione della richiesta è vincolata dalla disponibilità delle risorse.
La domanda per il riconoscimento delle condizioni e per l’ingresso nella prestazione si presenta alla sede territoriale di competenza dell’Inps solo in via telematica previa autenticazione con credenziali Spid (Sistema pubblico di identità digitale), Cie (Carta di identità elettronica) e Cns (carta nazionale dei servizi). Altrimenti per evitare difficoltà nella procedura e nel recupero della documentazione necessaria, si può richiedere l’assistenza di un Patronato.
L’indennità viene versato dall’Inps a partire dal mese successivo a quello della presentazione dell’istanza. Quindi i tempi stanno stringendo e occorre affrettarsi per fruire di questa finestra che potrebbe essere realmente l’ultima per l’Ape sociale.