Divisione dell’eredità ma non è presente un testamento: come si opera in questi casi? Ecco cosa è regolamentato dalla legge
La morte di un parente è sempre un brutto evento da affrontare nel corso della vita. Fa parte del naturale corso delle cose e purtroppo, magari sperando il più tardi possibile, sono situazioni che capitano a tutti di vivere. La fine della vita di una persona non mette a tacere ogni opera successiva, no. Anzi, da lì si generano una serie di eventi da dover gestire e coordinare. Come i certificati di morte, contatti con le banche o con i datori di lavoro: molte cose sono di natura assolutamente burocratica.
Sia burocratica ma allo stesso tempo materiale, è il tema della divisione dell’eredità di una persona. Eredità non vuol dire lasciare solo i beni che il defunto ha accumulato in vita, ma spesso anche alcune pendenze che nella vita stessa non è riuscita a risolvere. Generalmente, se una persona è avanti con l’età, c’è la possibilità che abbia potuto redigere un testamento. Spesso però questo testamento non è presente. Ma come è possibile quindi stabilire la successione ed eventualmente dividere i beni terreni del defunto? Ecco cosa dice la legge.
Un testamento ereditario spesso e volentieri si può trasformare in una delle più grandi controversie e diatribe che una famiglia possa affrontare. Questo accade in particolare quando il caro estino, durante la sua vita, ha accumulato molti beni e valute. Non si è nuovi infatti a discussioni, colpi bassi, e addirittura cause di tribunale per poter stabilire l’eredità e la sua successione. In alcuni casi può essere davvero enorme, in altri molto più bassa e spesso di valore molto affettivo.
Ma come è regolamentata la successione dei beni laddove non dovesse essere presente il testamento? Nella successione di un patrimonio possono esistere diverse casistiche, quando un testamento non è presente. Le cosiddette last will vengono poi ripartite secondo ciò che stabilisce il Codice Civile. Esso, infatti, grazie all’art.45, afferma che in mancanza del testamento bisogna passare alla divisione del patrimonio per successione legittima. Ma cosa significa nel dettaglio?
Per successione legittima si intende il coniuge del caro estinto, e dei figli che ha generato. Laddove si dovesse essere in presenza di un figlio unico, saranno egli stesso e il coniuge a dividerlo in parti uguali. Se sono presenti più figli, sarà divisi in più parti, prevedendo una per il coniuge stesso. E se il povero defunto non aveva figli? In questo caso, per linea diretta e legittima, oltre al coniuge (che avrebbe i due terzi del patrimonio) gli aventi diritti sarebbero anche i fratelli o addirittura i loro genitori.
In caso di assenza di figli, o se i fratelli e genitori sono già defunti, anche i figli dei fratelli stessi, o la loro prole, ha diritto ad una parte dell’eredità di quando lasciato dal defunto. E come funziona in caso di divorzio? L’ex coniuge perderebbe alla separazione tutti i diritti ereditari, ma essendo superstite potrebbe rientrare nella successione. A meno che, l’ex ormai passato a miglior vita, al momento della morte non fosse unito di fatto con un’altra persona.
Insomma, le linee di successione possono essere variegate e molto fitte, tutte regolamentate dal Codice Civile. La cosa migliore sarebbe un lascito testamentale redatto in tempi non sospetti. Come spesso si sa, sono temi molto delicati. O semplicemente il caro estinto non vede l’ora di godersi dall’alto come i suoi cari hanno intenzione di dividersi il suo patrimonio.