Presentare la domanda per la rottamazione ora non sarà più possibile e chi ci è riuscito potrà ora iniziare a pagare le rate della stessa, attenzione però ai termini.
Con la rottamazione delle cartelle esattoriali viene data la possibilità ai contribuenti di regolarizzare le situazioni di debito nei confronti dello Stato. Sostanzialmente, quindi, si offre ai contribuenti uno strumento alternativo per pagare le proprie imposte arretrate ed altre somme dovute grazie a delle condizioni molto agevolate. Per lo Stato ciò significa riscuotere facilmente le somme dovute e agevolare il lavoro degli uffici esattoriali.
La rottamazione permette ai contribuenti di accedere a sconti e dilazioni di pagamento, riducendo notevolmente l’importo complessivo del debito da saldare e nel contempo semplificare le modalità di adempimento degli obblighi fiscali. Una volta presentata la domanda ed elencato il piano di rateizzo il contribuente è tenuto a pagare secondo le procedure indicate, ma cosa succede se le rate non vengono pagate?
Rottamazione e pagamento delle rate, l’AdER è chiara
Come abbiamo visto l’obiettivo della rottamazione delle cartelle esattoriali deve essere letto in una duplice chiave. Da un lato è data ai contribuenti la possibilità di regolarizzare la propria situazione debitoria a condizioni molto vantaggiose, dall’altro permette allo Stato e all’Agenzia delle Entrate di incassare le somme dovute. In questo modo possono essere chiusi con rapidità numerosi procedimenti che ad oggi risultano in sospeso.
Ora che i termini per presentare le domande di definizione agevolata sono scaduti, ai contribuenti non resta che iniziare il processo di pagamento rateizzato. Ad occuparsi della rottamazione è per l’appunto l’Agenzia delle Entrate Riscossione. Suo sarà il compito di accettare o respingere le istanze e concedere i rateizzi ai contribuenti morosi.
Nonostante l’aiuto che si da ai contribuenti nel permettere di regolarizzare la propria situazione, l’AdER ha imposto delle regole molto rigide per il mancato pagamento delle rate. Quando il contribuente presenta la domanda di rottamazione, indica il tipo di pagamento scegliendo tra il pagamento in soluzione unica o indicando il numero di rate che si preferisce o quello massimo previste.
Ora con la scadenza dei termini, slittata dal 30 Aprile al 30 Giugno, i contribuenti saranno tenuti al pagamento della prima rata, anch’essa slittata dal 31 Luglio passa al 31 Ottobre 2023. La prime due rate sono fondamentali per permettere l’esecuzione della sanatoria poiché esse coprono il 20% del debito complessivo, le altre rate invece coprono circa il 5% del debito totale.
Il pagamento delle prime due rate è quindi tassativo e la scadenza per provvedere ad esso è tassativo. Secondo le nuove istruttorie, il mancato pagamento della prima rata azzera definitivamente il rateizzo e le agevolazioni previste dalla rottamazione. In termini più semplici è come se il contribuente non avesse mai fatto domanda di definizione agevolata e il debito si ricostituisce totalmente.
Lo stesso riguarda il mancato pagamento della seconda rata, che come la prima, fa decadere il diritto alla rottamazione. Per il numero restante di rate la regola è quella di rispettare un massimo di 5 giorni dalla data di scadenza. Se il contribuente però ha effettuato il pagamento della sola prima rata, senza adempiere alla seconda? Il diritto alla rottamazione decade e la somma versata come prima rata viene trattenuta dall’AdER divenendo semplicemente un acconto sul totale complessivo da pagare.