Chi invia il 730 sa che alla fine può essere a debito o a credito. In quest’ultimo caso si ha diritto al rimborso
Giugno è il mese nero per le tasse. Oltre al 730, per chi ha il sostituto d’imposta, c’è il pagamento dell’IMU, della cedolare secca e di altri tributi. Dunque prima di andare il vacanza il livello del conto in banca scende non di poco. Per quanto riguarda il 730, esso è il modello più utilizzato dai lavoratori e pensionati per la dichiarazione dei redditi. Chi ha partita IVA o è autonomo deve presentare il modello Persone fisiche.
Tramite il 730 il contribuente non solo deve inserire tutti gli introiti ricevuti durante l’anno, che siano da lavoro o da rendita immobiliare. Ma ha anche la facoltà di utilizzare le varie aree in cui richiedere detrazioni fiscali. Le più comuni sono per le spese sanitarie e veterinarie. Per usufruire della detrazione Irpef sulle spese mediche, compreso l’acquisto di medicinali del 19%, si deve superare una franchigia di 129,11 euro.
Al di sotto di queste spese annuali non si potrà detrarre nulla da quella voce. Le detrazioni dal 730 sono importanti perché vanno a compensare il pagamento delle tasse. Dunque può capitare che alcuni soggetti abbiano detrazioni maggiori degli oneri fiscali, e che dai conti finali risulti che il proprio 730 è a credito. Si deve inviare così com’è ed attendere il rimborso.
Il 730 precompilato, una facilitazione per effettuare da sé la dichiarazione dei redditi, senza il bisogno di interpellare un caf o un commercialista a pagamento, è stato disponibile sul portale dell’Agenzia delle Entrate a partire dal 2 maggio. così da poter essere visualizzato, corretto ed inviato dall’11 maggio. Entro il 20 giugno scorso il 730 inviato poteva anche essere annullato. Dopo l’annullamento il contribuente doveva attendere altre 24 ore prima di inviarne uno nuovo. Con il nuovo 730, la scadenza ultima per la presentazione è al 2 ottobre. Solitamente termina il 30 settembre, ma quest’anno c’è il fine settimana di mezzo.
Tuttavia non è suggeribile attendere l’ultimo giorno utile per inviare il modello. Innanzitutto perché potrebbero intervenire delle variabili che si mettono in mezzo e fanno saltare l’operazione. E poi perché prima si invia il 730 a credito, e prima arriva il rimborso. I lavoratori che hanno identificato l’Inps come sostituto d’imposta attendono i rimborsi dall’ente di previdenza sociale. Chi ha i conguagli a credito ed ha presentato il modello entro i primi cinque giorni del mese di giugno può attendere il rimborso dal mese di agosto stesso. Mentre chi la presenta alla fine potrebbe dover attendere il rimborso INPS fino a dicembre.
Per verificare l’accredito del rimborso 730 si può entrare nel portale dell’INPS, nel caso in cui esso sia il sostituto d’imposta, e accedere con le proprie credenziali digitali Spid o carta d’identità elettronica. Poi cercare “Prestazioni e servizi / assistenza fiscale: servizi al cittadino”. Oppure tramite la app INPS. Da lì si può visualizzare l’eventuale accredito e / o la data prevista per il rimborso. In alternativa si può consultare un Caf o un professionista del settore.