La pensione di reversibilità viene calcolata in base a parametri che riguardano il coniuge defunto ed il suo nucleo familiare
Quando si parla di pensione di reversibilità non si deve dimenticare che tecnicamente essa è chiamata pensione ai superstiti. Dal nome, anche per i meno informati, si evince che è destinata i familiari diretti di un coniuge defunto che al momento del decesso poteva trovarsi in condizione lavorativa, con un minimo di contributi erogati, o in pensione diretta. La reversibilità può essere erogata anche nel caso in cui il lavoratore, prima del decesso, avesse stipulato una copertura assicurativa a beneficio dei familiari. La reversibilità è cosa differente dall’eredità, così come lo sono le regole dell’Istituto che la gestisce.
La reversibilità può essere beneficiata anche dal coniuge che per motivi personali o economici decida di fare la rinuncia all’eredità. Essa spetta in quanto il lavoratore o pensionato ha versato dei contributi che per legge devono sostentare la famiglia che dopo il decesso del coniuge si troverebbe priva di mezzi economici per sopravvivere. Nel caso in cui esista più di un coniuge, uno attuale ed un altro sciolto dal vincolo civile del matrimonio, come si suddivide la reversibilità?
Dunque quando si parla di pensione ai superstiti, nel caso in cui ci sia un’ex moglie o un ex marito, ci si riferisce anche a loro. Nel caso in cui in vita il defunto al momento del decesso abbia adempimenti economici nel confronti dell’ex. Per fare un esempio, la pensione di reversibilità spetta in quota all’ex marito se esso percepiva alimenti o assegno di mantenimento per sé o per i figli. A differenza di quella destinata ai coniugi, la reversibilità ai figli è erogata fino alla maggiore età o fino ai primi tre o cinque anni di studi universitari, qualora il giovane non sia autonomo economicamente.
Il resto deve essere diviso tra coniuge attuale e ex coniuge. Le quote non sono stabilite dalla legge in misura fissa, ma dipendono in larga parte da alcune variabili quali:
Nel caso in cui il nuovo rapporto non sia vincolato da matrimonio ufficiale, ma sia solo una convivenza non registrata, purtroppo non ci sono elementi che possano far avanzare diritti sulla reversibilità, che in questo caso spetterebbe interamente all’ex coniuge, pur se divorziato. Sempre che sia presente un rapporto economico tra i due quale l’assegno di mantenimento.
A differenza dei figli, i coniugi superstiti percepiscono la pensione di reversibilità per tutto l’arco della loro vita. L’unica condizione per la quale la prestazione viene immediatamente revocata è nel caso in cui il coniuge, o l’ex coniuge, convoli a nuove nozze. A quel punto l’INPS non considera più il rapporto coperto da un vincolo economico. In assenza di figli o coniugi, la pensione di reversibilità può essere destinata anche a fratelli o sorelle, qualora essi possano dimostrare di essere inabili al lavoro. La pensione ai superstiti deve essere richiesta ufficialmente tramite il portale INPS.