In arrivo grandi novità per l’assegno unico, alcune famiglie potranno ricevere un aumento. Ecco cosa bisognerà fare e cosa accadrà agli arretrati.
L’assegno unico, dalla sua introduzione, ha fornito il più importante sostegno alle famiglie con ridotte capacità economiche. L’obiettivo principale di questo assegno è quello di innanzitutto ridurre la povertà, garantendo una maggiore equità sociale. Un supporto finanziario rivolto a tutte le famiglie con figli a carico, dalla nascita fino al compimento dei 21 anni, limite che si azzera per i figli con disabilità.
Alla base del calcolo dell’assegno troviamo naturalmente l’ISEE in corso di validità, ma anche il numero di figli ed età degli stessi facenti parte del nucleo familiare. Nel caso in cui non venga presentato l’ISEE il contributo verrà erogato nella sua forma minima. Molti invece potranno ottenere un aumento interessante. Ecco chi potrà richiederlo.
Chi non ha aggiornato l’ISEE entro il 30 giugno non riceverà gli arretrati, che saranno erogati normalmente entro il mese corrente di Luglio. L’aggiornamento dell’ISEE è molto importante in quanto molte famiglie potrebbero ottenere un aumento in base alla mutata situazione reddituale. Come per altri bonus ed incentivi, anche l’assegno unico è soggetto a rivalutazioni e l’ISEE costituisce anche qui l’elemento fondamentale per il calcolo dell’importo mensile che verrà accredito al genitore richiedente.
La domanda per l’assegno può essere presentata anche da un solo genitore, a patto che i figli siano nello stesso stato di famiglia del genitore richiedente. La richiesta può essere inoltrata sia autonomamente che rivolgendosi ad un intermediario, come un patronato. Una volta fatta richiesta la prima volta non sarà più necessario ripresentarla poiché verrà rinnovata automaticamente.
Se dovesse cambiare la situazione reddituale e patrimoniale del richiedente, questo sarà tenuto a ripresentare una versione aggiornata dell’ISEE, così da permettere il ricalcolo dell’importo dell’assegno. Chi non lo fa rischia di perdere un aumento o di incorrere in sanzioni. L’assegno unico rappresenta quindi un aiuto fondamentale per coprire le spese indispensabili per poter crescere ed accudire i propri figli.
Può succedere poi che le dinamiche di un nucleo familiare cambino, ad esempio con il decesso di uno dei genitori. Il figlio ormai orfano anche di un solo genitore può vivere un momento di difficoltà, sia emotivo che economico. Per queste ragioni il Governo ha pensato di prevedere un aumento per i figli orfani. Ogni anno sono circa 80.000 i minori che si ritrovano a dover affrontare la perdita di uno dei genitori. Stando ai dati la quota è di 60.000 orfani di padre e 20.000 di madre.
L’introduzione di questo sostentamento comporterà una maggiorazione di 30 euro sull’importo dell’assegno unico. Dunque, nel caso in cui un genitore lavoratore, al momento della presentazione della domanda, dovesse risultare deceduto, il genitore superstite può presentare domanda entro un periodo massimo di 5 anni dal decesso. Se la domanda dovesse essere presentata dopo 5 anni allora l’assegno non potrà essere incrementato. Questo aumento però deve ancora essere regolato e potrebbero passare molti mesi prima che i nuclei orfanili possano richiederlo.