Carta solidale: quando arriva, cosa comprare e dettagli

Ecco come si ottiene la carta che facilita la spesa alle famiglie svantaggiate e quale merce consente di acquistare. Come funziona la carta del governo

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Carta Acquisti (Foto ANSA – pensioniora.it)

Nel corso dell’anno, vi sono dei momenti topici in cui i dati relativi alcuni aspetti della popolazione italiana vengono fuori, ma non in senso rivelatorio – illuminante – quanto piuttosto come cartina di tornasole “guastafeste”, rispetto ad una importante festività, oppure ad una laica ricorrenza di vacanze. Insomma, in senso più pratico, è nel periodo natalizio, dove assieme alla lievitazione del PIL si aggira l’apice del consumismo, passa sul piccolo schermo il ritratto della fila fuori la mensa dei poveri; un contrasto degno dei colori più saturi. Di certo, non è facile valutare la condizione economica, e dunque esistenziale (e viceversa) delle nuove generazioni.

Si tratta di una condizione liquida, ogni qualvolta risciacquata in negativo da una delle ricorrenti crisi che non abbandonato il nuovo millennio ai suoi inizi. La Carta costituzionale garantisce dei diritti che riguardano tutti i cittadini a prescindere dal reddito; il segno più inequivocabile di questa assenza di fattori discriminanti è data dal sistema sanitario nazionale, accessibile e in un certo senso, gratuito. Ovviamente si parla al livello basico delle proprie aspettative; differente è il discorso sulla adesione a pari opportunità sotto altri aspetti.

Carta solidale, i dettagli sulla prestazione

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Carta Acquisti (Foto Adobe – pensioniora.it)

A tessere – o quantomeno un tentativo – delle condizioni che sollevino da una situazione permanente di disagio economico, pur essendo inclusi professionalmente e socialmente, ci pensano le strutture delegate all’aspetto assistenziali dello Stato, come promessa della Carta (appunto); nella fattispecie, l’INPS. Senza riavvolgere troppo indietro il nastro, è stato ben visibile il ruolo dell’Istituto nel corso delle ultime crisi che hanno colpito l’Italia, e in misura più larga, l’Europa. Sin dall’esperienza epidemica da Covid-19, i redditi colpiti dalla chiusura imposta dal confinamento domestico sono stati “assistiti” da uno stuolo di misure provvisorie e ridefinite al conseguente cambio dei fattori emergenziali.

Non c’è dubbio, che le misure più strutturali hanno ribadito, nella circostanza, l’utilità della loro presenza. Più rappresentativamente, lo strumento dell’Assegno Unico per le famiglie ha sostenuto e sostiene le spese relative a ciascun figlio minore o disabile anche nell’attuale esposizione all’inflazione. La proroga che ha dato avvio alla seconda annualità è in questo senso incoraggiante. I redditi più svantaggiati, figli del Reddito di Cittadinanza in cessazione, si potranno affidare – seppure in modalità piuttosto diverse – al Supporto Formazione e Lavoro (per i lavoratori) e all’Assegno di Inclusione (destinato ai soggetti non occupabili).

Ma garantire la spesa, anche quella più essenziale, sotto l’attuale spettro inflazionistico, resta ancora una volta una sfida. Quest’ultima è stata rilanciata dal governo Meloni, che ha creato una Carta Risparmio Spesa, in collaborazione con l’INPS. È infatti l’ente previdenziale che la erogherà a breve. Lo stesso Istituto già distribuisce la Carta Acquisti INPS ai possessori di ISEE 2023 fino a 7.640,18 euro; l’accredito bimestrale di 80 euro dev’essere utilizzato con pagamenti elettronici per la spesa alimentare e le bollette delle utenze domestiche. La Carta solidale, invece, implica un accredito una tantum di 382,50 euro su una carta PostePay ricaricabile per i redditi familiari sotto i 15mila euro. Per ogni nucleo ci può essere soltanto un titolare, dato che si tratta dello stesso nucleo in cui con tutta probabilità vi sono intestati di RdC, Naspi, Dic-Coll ecc. Si possono acquistare beni alimentari di prima necessità; fuori gli alcolici, dunque. Il credito andrà consumato almeno una volta, entro il 15 settembre 2023; pena il ritiro dell’importo residuale che verrà ridistribuito.  Entro il 5 luglio 2023, i Comuni dovranno trasmettere le liste dei percettori all’INPS. Non c’è bisogno di inoltrare alcuna domanda. Sarà il Comune stesso ad avvisare gli interessati e ad erogare le somme a partire dal prossimo 18 luglio.

 

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