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App Io, continua il bug: sta capitando anche a te?

Proseguono le problematiche che stanno investendo da diverse settimane l’applicazione messa a disposizione dalla PA ai cittadini. Cosa sta succedendo

App IO (Foto Adobe – pensioniora.it)

Oggigiorno, tutto ciò che viaggia nella Rete e sfocia in un monitor di un computer o di un notebook, si ritrova parallelamente nell’ambiente visivamente meno comodo, ma maneggevole e intuitivo, dello smartphone. D’altronde, si vive in un’epoca nella quale l’abitudine si dimostra come il tramonto della consapevolezza, pertanto le persone, nel frattempo divenute aderenti all’identikit modello dell’utente, hanno delegato molte funzioni della quotidianità e della praticità puramente umana al dispositivo più gettonato. Oggigiorno, il telefono cellulare controlla sostanzialmente tutto, dal calendario ai passi che vengono percorsi in un’ora, passando per le ricorrenze fotografiche.

Di certo, è nella rivoluzione digitale degli ultimi anni che lo smartphone ha trovato la sua reale valorizzazione. Partendo da quella intuizione che lo ha voluto come parte integrativa del corpo. La creazione delle applicazioni ha via via spostato talune necessità psico-mentali  in una forma di archiviazione efficacemente gestibile dall’algoritmo, in una forma di cui nn si può via via più farne a meno; d’altronde l’integrazione è oramai di tipo sociale, visto che come risorsa personale, lo smartphone ha abbattuto il confine tra il lavoro e lo spazio esistenzale della persona: in modalità più plateali, lo si è visto con il lavoro da remoto, che ha reso “liquidi” gli orari di lavoro.

App Io, continua il bug: non si riceve già questo servizio

App IO (Foto Adobe – pensioniora.it)

Quando si parla di smartphone non si può ovviamente parlare dell’aspetto finanziario, o meglio della gestione finanziaria; l’iniziale esordio dell’internet banking ha trasformato il portafoglio in un’entità dal linguaggio binario. Anche la percezione dell’utilizzo di una giacenza di denaro ha ceduto alcuni basilari – e alcuni anche grossolani – criteri di valutazione con altri del tutto inediti. Non c’è dubbio che gli istituti di credito associati ai conti telematici in oggetto sono stati spinti ad implementare i servizi, comprese delle fonti di report che trasformano le spese personali in un report di dati statistici.

Forse tutto questo prendeva in passato il nome di previdenza, o di parsimonia (quella che ha costruito la nobile reputazione dei risparmiatori italiani). Di fatto, però, con l’aumento degli acquisti, della velocità di acquisto, è forse necessaria una rappresentazione grafica (come quella di un report, appunto) per accentuare la cautela verso un click troppo facile, od un acquisto non sufficientemente ponderato. Al contempo, il correntista gode di visite ben meno frequenti presso gli sportelli di filiale; niente code o attese; eccetto che per gli sportelli bancomat, ma sono attese decisamente più celeri. Per tutto il resto c’è l’applicazione.

Sotto un altro punto di vista, il miglioramento più richiesto si è forse avuto in termini di sicurezza. Certo, il fatto di far girare meno contante non ha messo a riparo da truffe e continui adescamenti da parte di sofisticati malviventi. L’app di internet banking sono oggigiorno dotate delle cosiddette notifiche “push”, abilitate dallo stesso utente: ogni qualvolta si verifica un movimentazione, l’utente riceve un avviso direttamente dallo smartphone; ciò significa che si viene avvisati anche quando di verifica un addebito, dopo un tentativo – ad esempio – andato a buon fine, di clonazione della carta. Quello delle “push” è oramai uno standard che ha preso efficacemente piede presso altri servizi erogati da un piccolo monitor. Alcuni di questi si sono resi familiari sotto l’epidemia da Covid-19 quando la Pubblica Amministrazione ha rilasciato al cittadino l’app IO, sulla quale far veicolare le news di circolazione, oltre alla documentazione relativa al green pass e al “lasciapassare” dopo una settimana di isolamento una volta risultati positivi ai test. Finita l’emergenza, IO è stata riciclata come archivio della documentazione statale per il cittadino.  Come una vera e propria cassetta postale per il cittadino. A raccolta, anche quelle notifiche derivanti da pagamenti INPS; quelle che da diverse settimane non giungono più agli interessati. È evidente che l’iniziale disservizio che ha colpito con un bug l’applicazione, sta prolungando i tempi di attesa per una risoluzione del problema. In via provvisoria, è dunque utile consultare il Cassetto previdenziale per conoscere lo stato dei pagamenti e delle pratiche in atto.

Pubblicato da
Roberto Alciati