Quando si rinnova l’assegno ordinario di invalidità dell’Inps, si possono ottenere più soldi, in quale caso si può
Per quanto riguarda l’assistenza e la previdenza a persone invalide, disabili o con patologie gravi esistono varie prestazioni e misure previste dalla normativa italiana. Un quadro esaustivo non è molto semplice e i fattori da considerare sono diversi e di non semplice interpretazione. Uno degli errori è la confusione tra i vari tipi di prestazione presenti. Infatti si ha l’Assegno di invalidità civile, la Pensione di invalidità civile prestazioni di carattere assistenziale, ma ci sono prestazioni di tipo previdenziale come l’Assegno ordinario di invalidità o la pensione di inabilità al lavoro, che presuppongono il versamento di contributi durante l’attività lavorativa.
Il rinnovo riguarda diverse prestazioni di questo genere che possiedono una validità triennale e che successivamente devono essere rinnovate, in genere dopo la concessione di tre rinnovi consecutivi la prestazione diventa definitiva, salvo con la possibilità che l’Inps disponga dei controlli e delle verifiche per assicurarsi che persistano le condizioni vincolanti alla continuazione dell’erogazione del contributo economico. Le assenze non giustificate alle convocazioni alle visite prevedono il blocco dell’erogazione.
Invalidità Inps come funziona
Dopo il terzo rinnovo la misura dell’assegno ordinario di invalidità diventa definitiva e l’erogazione continua fino alla pensione di vecchiaia di cui si ha diritto (solo se si possiedono i requisiti di legge previsti) o diventa assegno sociale si non si possiedono requisiti previdenziali sufficienti. Per ottenere l’assegno ordinario occorre avere una capacità lavorativa ridotta a meno di un terzo e almeno 5 anni di contribuzione e di assicurazione dei quali almeno tre nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda.
L’importo di questo assegno varia a seconda del reddito percepito dal lavoratore, ma anche dal sistema di calcolo contributivo nel quale ricade il lavoratore stesso. Se il reddito supera di 4 volte il trattamento minimo ci sono delle penalizzazioni del 25 per cento, se lo supera di 5 volte del 50 per cento. Al contrario se il reddito non supera il trattamento minimo e l’assegno non raggiunge la soglia minima che nel 2023 è di 563 euro, L’Inps eleva l’assegno al minimo.
Altro fattore determinante è il tipo di contribuzione del lavoratore. In un sistema totalmente contributivo (contributivo puro), con pochi anni di contribuzione l’ammontare dell’assegno può essere molto basso, non godendo della possibilità dell’integrazione al minimo.
Altre informazioni sulle prestazioni Inps
Le possibilità sono del tutto diverse nei casi di invalidità civile che spetta anche se non si sono versati contributi e riguarda cittadini con disabilità fisiche e psichiche o chi è affetto da patologie di una certa rilevanza. Solo con il riconoscimento dell’invalidità almeno al 74 per cento si ha diritto a una prestazione di tipo economico cioè all’assegno di invalidità. In questa situazione l’assegno versato è fisso nella misura di 313 euro al mese.
Per l’assegno di invalidità civile come per la pensione di invalidità civile sono previsti delle precise limitazioni di tipo reddituali, proprio la natura di queste prestazioni è assistenziale. Vi è la possibilità di maggiorazioni di importo, escludendo le indennità di accompagnamento, ma aoccorre valutare la situazione reddituale del soggetto e valutare caso per caso.