Non è semplice individuare una formula esatta. Si può comunque tentare di controllare se con il reddito da Partita Iva la banca concederà o meno un mutuo attraverso una simulazione
Il mutuo per acquistare la casa, che sia prima o meno, è a tutti gli effetti un prestito per comprare un immobile. A disporre un mutuo sono gli istituti di credito e Poste Italiane. Purtroppo ad oggi, con la precarietà sempre più incombente sul mondo del lavoro, e con i contratti tutt’altro che blindati, le garanzie richieste dalla banca sono molte. Difatti oltre alla busta paga potrebbe essere richiesta l’ipoteca della casa o la fideiussione da parte di una terza persona, presumibilmente un genitore con la sua pensione fissa. Inoltre si devono rispettare a tutti i costi gli impegni.
Nel caso in cui una rata salti – a meno che l’eventualità non sia compresa nel contratto – o che si paghi in ritardo, si entra immediatamente nella lista dei cattivi pagatori, nella quale si rimane come minimo per due anni, e le tracce potrebbero rimanere per sempre. Se si è etichettati come cattivi pagatori tutte le banche e gli istituti di credito su territorio nazionale non concederanno altri prestiti. Dunque chiedere un mutuo è un grande impegno sia da richiedere che da gestire.
Rate del mutuo, quando la banca non le concede
Il mutuo, come tutti gli altri prestiti, ha un funzionamento piuttosto elementare. Viene chiesto del denaro in prestito, e restituito in un arco di tempo variabile con l’applicazione di tassi d’interesse. Ad esempio, se si richiedono 90mila euro, è probabile che in un mutuo a 30 anni la somma totale del restituito si avvicini più ai 100mila euro. La prima scelta che il richiedente deve fare è il tasso fisso o variabile. Il tasso fisso è più conveniente sul lungo termine perché si può conoscere esattamente la cifra mensile da esportare. Tuttavia, se l’apertura di un mutuo viene fatta in un periodo storico in cui i tassi d’interesse sono alle stelle, allora forse non conviene più.
Per ottenere un mutuo dalla banca o dalle Poste, si devono fornire diverse garanzie, quale il documento di reddito o il cedolino della pensione, eventuali immobili, e nel caso in cui sia necessario una fideiussione. Purtroppo, il lavoro autonomo ormai è molto diffuso, anche nelle persone che svolgono praticamente lavori da dipendente per un unico richiedente. La Partita Iva comporta delle spese più il pagamento autonomo dei contributi. E rende anche più difficile l’accettazione di un mutuo.
Partita Iva, il calcolo delle rate
Oltre ai documenti di reddito che i lavoratori dipendenti devono fornire alle banche, i titolari di Partita IVA devono anche riuscire a dimostrare, grazie ad uno storico sui redditi della propria attività, di avere una professione solida, che non metta il soggetto nella condizione di non poter pagare le rate del mutuo. Ed inoltre, calcolato il reddito annuo, il mutuo non viene concesso se il rapporto con le rate mensili è superiore al 35%. Generalmente viene accolto tra il 25 ed il 35%. Che significa?
Sostanzialmente vuol dire che se si divide per 12 il reddito annuo, la rata mensile di restituzione del mutuo non può superare il valore del 35%. Ad esempio, se si guadagnano (il calcolo è fatto sul netto, e non sul lordo) mille euro al mese, la rata non può essere superiore a 350 euro al mese. In caso contrario, il mutuo non verrà concesso.