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Cosa succede se non avrai una Pec dal 6 luglio

La Pec dal 6 luglio potrebbe diventare strumento di comunicazione ancora più importante. Non è obbligatoria ma conveniente

Posta elettronica (Foto da Pixabay) – pensioniora.it

Uno strumento presente decisamente in tempi antecedenti alla pandemia, ma che da quando i rapporti interpersonali hanno subito un allentamento è diventata indispensabile, specialmente per i rapporti istituzionali o con la pubblica amministrazione. Stiamo parlando della Pec, la posta elettronica certificata. Essa prevede che la posta sia garantita tramite un intermediario accreditato – ad esempio Poste Italiane o Aruba – e che grazie a questa certificazione assuma valore pari alla raccomandata con ricevuta di ritorno. È un documento ufficiale a tutti gli effetti, che si consiglia di utilizzare specialmente nel caso in cui si debbano scrivere mail importanti ad Inps o Agenzia delle Entrate. La posta ordinaria può essere ignorata, la Pec no. Rimane agli atti nel momento in cui possa subentrare un contraddittorio.

La Pec non è gratuita. Si paga un tot in base al gestore. Generalmente il servizio base è al di sotto dei 10 euro. Ciò che è importante è di ricordarsi di rinnovarla ogni anno se l’abbonamento previsto è annuale. Nel caso in cui dovesse scadere, e passasse un lasso di tempo superiore a due mesi prima del rinnovo, la Pec verrà chiusa e si perderanno tutte le lettere, l’indirizzo proprio e si dovrà ricominciare la procedura per l’apertura daccapo.

Pec: è obbligatoria?

Posta elettronica (Foto da Pixabay) – pensioniora.it

No, la Pec non è affatto obbligatoria, come non lo è neanche la posta elettronica tradizionale. Ma inizia a diventare fortemente consigliabile. Mentre in passato era prettamente uno strumento utile ai fini professionali, ora tutti i cittadini potrebbero averne bisogno per regolare i rapporti con le istituzioni. In particolare il 6 luglio sarà una data cruciale. Da quel giorno in poi, tutti gli invii dalla pubblica amministrazione al cittadino che saranno effettuati tramite cartaceo, avranno un costo aggiuntivo a carico del ricevente. Se si ha una Pec invece, il costo delle comunicazioni sarà zero.

E per comunicazioni si intende quelle che necessitano raccomandata, come le multe, sanzioni o cartelle esattoriali. Dunque al pagamento delle sanzioni si deve aggiungere anche quello del costo dell’invio. Da una parte questo ha lo scopo di diminuire il quantitativo della carta circolante, dall’altra di spingere il cittadino sempre più verso i sistemi digitali. Per evitare di pagare i costi, il cittadino dovrà iscriversi al domicilio digitale governativo. In questo modo la pubblica amministrazione avrà registrato l’indirizzo Pec che utilizzerà al posto del cartaceo.

Il digital divide

Posta elettronica (Foto da Pixabay) – pensioniora.it

Senza dubbio è una buona cosa disfarsi della carta, che comporta costi alla cittadinanza ed anche costi ambientali. Tuttavia si deve sempre tenere presente che l’Italia è una società anziana, e sono molte le persone che non hanno confidenza neanche con lo smartphone, figuriamoci con gli strumenti digitali quali la Pec. Dunque bene i cambiamenti in senso ambientalista, ma si deve anche tener presente che in questo modo rimarranno penalizzate sempre le medesime persone. Quelle che posseggono minori strumenti culturali ed economici. Si può inserire un’iniziativa del genere solo se supportata da una rete di informazione e di sostegno a favore delle persone svantaggiate.

Pubblicato da
Giulia Borraccino