Nuovo dettaglio riguardo la prestazione che prenderà presto il posto del Reddito di Citadinanza (RdC), importante requisito
Con l’avanzare delle settimane la conclusione del Reddito di Cittadinanza, nella sua formulazione attuale, si avvicina sempre più. A luglio ci sarà l’ultima erogazione per i cosiddetti soggetto occupabili al lavoro (dai 18 ai 59 anni di età) che non fanno parte di nuclei familiari con persone fragili (anziani oltre i 60 anni, minori e disabili a carico). Per questi cittadini sarà disponibile il Supporto per la formazione e il lavoro, con requisiti e caratteristiche diverse dal precedente trattamento.
Per la famiglie con soggetti fragili e per quei beneficiari presi in carico dai servizi sociali perché non attivabili al lavoro, il Reddito di Cittadinanza continua fino a dicembre. Successivamente a partire da gennaio 2024 prenderà il via l’Assegno di inclusione. Per quest’ultima misura si stabilendo e definendo le caratteristiche e i dettagli. Quello che emerge complessivamente è una prestazione in parte simile alla precedente, ma con significative variazioni.
Nuovo RdC un requisito importante
In questi giorni si stanno definendo alcuni importanti particolari nelle discussioni parlamentari per l’approvazione definitiva del decreto lavoro che contiene proprio l’Assegno di inclusione. Tra le altre caratteristiche del nuovo trattamento ci sono quelle relative alla residenza, alla cittadinanza e al soggiorno. In particolare chi presenta la richiesta per l’Assegno di inclusione deve essere cittadino dell’Unione Europea o suo familiare che abbia il permesso di soggiorno anche permanente.
Altrimenti essere cittadino di Paesi non UE in possesso del permesso di soggiorno UE per chi soggiorna per lunghi periodi, oppure possedere lo status giuridico di protezione internazionale. Oltre ai requisiti di cittadinanza e di soggiorno è necessario il requisito relativo alla residenza in Italia per almeno 5 anni, di cui in maniera continuativa gli ultimi 2. Nella passata versione del reddito di cittadinanza la residenza doveva essere di almeno 10 anni.
Secondo le simulazione dell’Ufficio parlamentare di bilancio circa 50mila nuove beneficiari potrebbero ottenere l’Assegno per via della modifica del vincolo di residenza, ma allo stesso tempo circa 97mila nuclei familiari risulterebbero esclusi dalla fruizione dell’Assegno di inclusione per effetto di limiti di natura economica. Dunque una situazione tutt’altro che chiara che necessita particolare attenzione.
Altri dettagli delle nuove misure
La situazione quindi si sta delineando per le nuove prestazioni che prenderanno tra breve il via. Il Supporto per la formazione e il lavoro prevede una sorta di indennità, pari a 350 euro al mese, per quanti seguiranno percorsi di reinserimento lavorativo, piani di orientamento al lavoro, progetti di pubblica utilità e in genere qualsiasi forma di politica attiva del lavoro. La misura sarà diversa dall’Assegno di inclusione e sarà di natura personale, erogabile per un massimo di 12 mesi.
Non sarà possibile rifiutare offerte di lavoro a tempo indeterminato ovunque nel paese, a tempo determinato entro 80 chilometri dal domicilio e così via pensa l’annullamento immediato del contributo. Anche per i fruitori di Assegno di inclusione sarà necessario inserirsi nel SIISL (Sistema informativo di inclusione sociale e lavorativa) introdotto dall’Inps, sottoscrivendo un patto di attivazione digitale e successivamente un patto di servizio personalizzato presso i Centri per l’impiego.
La prestazione sarà di natura familiare e quindi tutti i maggiorenni non impegnati in attività di cura all’interno della famiglia dovranno seguire questo percorso, pena la sospensione del beneficio per il nucleo. Quindi una stretta per tutti i fruitori dei nuovi strumenti.