In caso di divorzio, possono verificarsi dei casi ben precisi in cui i figli vanno con il padre e non la madre: scopriamolo insieme
Senza dubbio, uno dei momenti più delicati e anche complessi nella vita di una coppia è quello che li porta alla separazione e in casi più estremi al divorzio. È infatti sempre più frequente, oramai, che le coppie decidano di proseguire separatamente le proprie vite dopo tanti anni che li hanno uniti e non solo: chiaramente, quando l’unione è di tipo legale, sono numerosi gli aspetto che bisogna prendere in esame per quanto riguarda la divisione dei beni e soprattutto che potrebbero portare anche alla nascita di attriti e di discussioni tra i due ex partner.
Uno degli aspetti senz’altro più delicato rappresentato dal divorzio è però rappresentato dalla presenza di figli nati proprio dall’unione in questione e per tanto all’interno del matrimonio. Per legge, infatti, sono proprio loro che in caso di minori hanno la precedenza rispetto a qualsiasi altra questione e soprattutto è proprio la loro tutela e soprattutto il loro bene l’obiettivo principale di giudizi e avvocati quando si trovano ad affrontare le pratiche di un divorzio. Ma, nello specifico, a chi può andare l’affidamento dei bambini o dei ragazzi tra i due ex partner? Continuate a leggere insieme a noi di PensioniOra per saperne di più.
Divorzio, quando i figli vanno col padre
Come prima cosa, quando parliamo di un divorzio tra due ormai ex partner che sono stati però uniti dalla nascita di figli nel corso del proprio matrimonio, è bene specificare una cosa molto importante. Vale a dire che al momento della separazione possono esserci varie tipologie di affidamento che vengono prese in considerazione, sia dai genitori stessi che dal giudice che si occupa delle loro pratiche. In ogni caso, come si può facilmente intuire, una separazione consensuale e pacifica facilità di certo tutte le pratiche e anche la futura gestione della vita dei bambini.
Come detto, in ogni caso, esistono varie tipologie di affidi: come quello congiunto, in cui entrambi i genitori dividono oneri, responsabilità e doveri o ad esempio quello esclusivo, in cui invece i figli rimangono prevalentemente sotto la tutela e la responsabilità di uno solo dei due genitori. Solitamente a stabilire il tipo di affidamento è proprio il giudice, che si occupa anche di valutare con quale dei genitori i bambini trascorreranno la maggior parte della loro quotidianità e con quale frequenza dovranno e potranno vedere invece il secondo tutore.
Una cosa molto importante da sottolineare è che solitamente la legge propende spesso e volentieri verso la madre e tende dunque ad affidare i figli proprio a lei. Ci sono però dei casi in cui l’affidamento può essere sottoposto al padre: quando ad esempio la madre non risulta idonea alla perizia psichiatrica a cui viene sottoposta, o ancora viene dimostrato non fare l’interesse principale dei bambini e dunque costituisce un limite per loro. O ancora quando il giudice ritiene che il comportamento o lo stile di vita della madre non possa essere considerato congruo e dunque equilibrato per il sostentamento psico fisico dei figli.