Ecco per quale motivo alcune coppie ricorrono a questo espediente; si tratta di una truffa e molto spesso il danneggiato è lo Stato. Di cosa si tratta
La famiglia rappresenta in termini antropologici l’unità elementare di una società; in una scala ridottissima, si sperimentano i legami di base che intercorrono da persona a persona; si affronta un percorso di crescita passando dalla prova di un rapporto – per così dire – di autorevole gerarchia, con i genitori sulla “punta” della piramide. E poi si concretizzano quelle esperienze che formeranno crucialmente al passaggio di consegne dell’età adulta, almeno per quanto riguarda la formazione dei figli.
Come è noto, tale piccola “unità” è l’oggetto particolare della Carta costituzionale, oltre a rappresentare il ponte ideologico di molti dibattiti nel quadro politico nazionale. D’altronde, nelle maglie della cultura italiana, la famiglia ha rappresentato tanto il punto di riferimento di una comunità quanto l’elemento articolato di un certo diffuso folclore. Ma pur fluttuando su un fondo fatto della cosiddetta tradizione, anche per la “condizione” famiglia il tempo scorre e non tutti gli elementi culturali che la compongono rimangono immutati.
Anche l’ordinamento giuridico ha dovuto, come è suo dovere, adattarsi circa le trasfrormazioni avvenute nei decenni all’interno della società italiana e non solo, e diffusamente, comunemente accettate. In fondo, nel diritto ciò che prevale è la salvaguardia di ogni singolo individuo nella sua dignità e sussistenza; in tale contesto, poi, la priorità di protezione viene rivolta ai figli (quando sono presenti). Luogo prescelto per l’applicazione di norme che state gradualmente modificate dal legislatore per essere applicate ai nuovi modelli della società, sono le controversie giudiziarie, specialmente nel contesto della separazione e dei divorzi.
In presenza di figli, specie se minorenni, il giudice, oltre a decidere chi si prenderà cura di loro, nominerà il coniuge più economicamente avvantaggiato per affidare il sostentamento monetario dell’altro coniuge e dei figli, appunto, in tutti i loro bisogni. In fase di separazione fra i due coniugi, uno dei due è tenuto a pagare un assegno di mantenimento, così come nel divorzio, si parla di assegno divorzile. La rottura di un rapporto non danneggia tutti gli altri rapporti di carattere giuridico; anzi, sono questi ultimi che sono stati adattati alle più contemporanee istanze: ne è l’esempio la pensione di reversibilità in caso di morte di uno dei genitori separati o divorziati; la procedura di successione ed eredità dei beni; l’ottenimento di sussidi familiari e molto altro.
Talvolta però una separazione, o addirittura un divorzio, si realizza per scopi che non hanno nulla a che fare con i legami affettivi: si mette in piede un falso divorzio magari per ottenere assegni familiari, versare meno tasse, oppure per eludere il pagamento di debiti. Insomma, questo e molto altro a danno dello Stato. Si tratta di una truffa che la legge intercetta come un vero e proprio reato penale. La falsa cessazione del rapporto nasce da una separazione consensuale fra i coniugi che mantiene inalterati gli effetti del matrimonio. In tal modo si può continuare a presentare le domande di un contributo economico o di una pensione, agevolate dalla presenza dello status familiare. Nello stesso tempo, si elude il Fisco in sede di versamento delle imposte; o impedendo la pignorabilità in caso di debiti, tramite lo spostamento dell’intestazione all’altro coniuge. La valutazione dell’intento fraudolento fornirà l’opportuna severità della pena di fronte alla truffa ai danni dello Stato. Nel frattempo, entro 5 anni, dovranno essere revocati tutti gli effetti attivati dal divorzio fittizio e le somme indebitamente ricevute dovranno rientrare nelle casse statali.