L’Agenzia delle Entrate, lo scorso 23 giugno, ha avvertito che ci sono delle anomalie Isa, per cui sono arrivati avvisi tributari di cui non tenere conto
Da quando è entrata a regime la digitalizzazione dei servizi e dei sistemi della pubblica amministrazione, diverse procedure sono mutate. A dare un’accelerata ad un processo già in corso senza dubbio c’è stata la pandemia, che ha costretto a rapporti mediati dal computer anziché di persona, e dunque il più possibile scambi ufficiali e burocratici digitali. Il completo avvicendamento digitale è anche uno degli obiettivi del PNRR. La digitalizzazione dei sistemi ha comportato numerosi vantaggi, tra cui l’immediatezza della compilazione delle pratiche e la possibilità di poterle espletare 24h comodamente da casa propria, senza doversi recare negli uffici e fare ore di coda.
D’altro canto si può dire che in assenza di confronto umano, se qualcosa non va o si presentano anomalie, diventa più difficile risolverle. E poi si è accentuato un fenomeno già in atto che è il digital divide, che comporta una discriminazione d’accesso a determinati servizi tra chi ha mezzi e competenze informatiche e chi non ne ha. E non ultimo, il problema dell’errore, che è assolutamente umano, ma che quando è fatto dalla macchina diventa ancora più difficile accorgersene in tempo per rettificarlo. Nel caso dei computer della robotica i manager preferiscono chiamarla “anomalia“.
L’anomalia Isa dell’Agenzia delle Entrate, cosa sta succedendo
Sostanzialmente, dal 2019 gli studi di settore dell’Agenzia delle Entrate, dunque per ciò che concerne il settore fiscale, sono stati sostituiti dall’Isa, l’indice sintetico di affidabilità. In basi a dati che l’Agenzia ha sui vari professionisti, artigiani, esercenti, gli affida un indice di affidabilità, un voto da 1 a 10, in merito ai suoi comportamenti in tema fiscale. Questo per consentire ai soggetti di potersi autocontrollare e rispettare le scadenze fiscali. I questionari Isa consentono di verificare la corrispondenza dei propri pagamenti.
Se i dati elaborati da Isa non portano ad un buon punteggio, il soggetto interessato riceve tramite PEC o raccomandata un alert, di cui verrà tenuto conto anche nel trimestre successivo. L’alert corrisponde in tutto e per tutto, anche se informalmente, ad un’ammonizione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Una comunicazione ufficiale da pare dell’Agenzia delle Entrate ha avvertito che sono stati inviati diversi alert che provengono da delle anomalie, di cui non si deve tenere conto.
Quali sono le anomalie più frequenti
Dopo aver ricevuto l’alert dall’Agenzia delle Entrate sull’elaborazione dati Isa, il contribuente è bene che controlli all’interno del proprio cassetto fiscale accedendo con lo Spid o Cie al portale dell’Agenzia delle Entrate. In questo modo può verificare la veridicità dei dati alert e segnalare eventuali anomalie. L’Agenzia stessa le ha riscontrate. Le più frequenti riguardano la cattiva gestione del magazzino, lavoratori dipendenti che dichiarano con il modello unico anziché con il 730, incongruenze tra i dati ed i riscontri dell’Agenzia. Diversi alert messi in circolazione non sono veritieri, dunque prima di entrare in allarme è bene verificare che effettivamente esistono dei pagamenti non assolti o delle incongruenze nelle dichiarazioni dei redditi.