RdC giugno: quanto si potrà prelevare dalla ricarica

Una volta che la somma è stata accreditata sul conto, è possibile attingere dalla somma per ritirare del denaro contante; ma c’è un limite al prelievo

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Reddito di Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

L’anno 2022 si è chiuso con una lunga e triste successione di eventi collettivi e globali. D’altronde la guerra resta immutabilmente una realtà quotidiana, così come il riflesso delle conseguenze dirette sul cittadino e le sue condizioni economiche: il suo portafoglio, come è noto, non è scevro dei complessivi effetti di una situazione articolata che i governi stessi fanno fatica a gestire. I singoli, dal canto loro, sono spesso chiamati a preservare la loro sussistenza con funambolici conti di fine mese sui loro bilanci domestici.

Oggigiorno, l’inflazione porta avanti la sua corsa alla riduzione del potere d’acquisto e alla riduzione della capacità di risparmio; come si è spesso sostenuto, il rischio, per le famiglie più svantaggiate, è quello di esporsi alla rinuncia sulla spesa di beni essenziali. Oltre a diverse misure economiche gestite ed erogate direttamente dall’INPS, lo stesso ente previdenziale ha oggi in conto due strumenti utili proprio nell’ambito della spesa più elementare, ossia quella alimentare. Si sta parlando della Carta Acquisti INPS e la Carta Risparmio Spesa, quest’ultima voluta dal governo Meloni, secondo erogazioni una tantum.

RdC giugno: ecco il limite di prelievo dalla ricarica

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Reddito di Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

Entrambi le suddette carte rispondono all’esigenza di garantirsi la spesa alimentare. La prima, in particolare, consistente nell’accredito bimestrale di 80 euro, vuole essere anche un ulteriore contributo al pagamento delle bollette presso gli uffici postali, e residualmente anche per l’affitto. I titolari di questi strumenti non possono prelevare denaro contante dalle loro tessere, pertanto debbono ricorrere ai diffusi pagamenti elettronici, passando la banda magnetica della carta sul dispositivo POS presente in negozio.

Eredità del nefasto periodo che ha caratterizzato l’emergenza sanitaria da Covid 19 resta l’obbligo di detenere il dispositivo POS ai titolari di negozi e uffici. Questo, secondo le vigenti norme antiriciclaggio. Ciò significa che un negoziante non può rifiutarsi di accettare pagamenti digitali se richiesti dal cliente. Alla regola fanno eccezione i tabaccai, che dal 1° gennaio 2023 sono soggetti alla deroga dell’obbligo, rifiutando il pagamento elettronico per le piccole somme. Di fatto, tali regole si inseriscono in un contesto economico dove di denaro contante ne girà già poco.

D’altronde, alle istituzioni che erogano contributi economici la tracciabilità del denaro è il modo migliore per monitorare la circolazione del denaro e di conseguenza la regolarità di spesa da parte del percettore. D’altro canto, non fa eccezione completamente il Reddito di Cittadinanza. Lo strumento che integra i redditi più bassi sta per passare nella sua nuova “doppia” forma: di Supporto Formazione Lavoro (per i lavoratori) e di Assegno di Inclusione Sociale (per i soggetti non occupabili). Pochissimi sono i giorni che dividono da luglio, e l’ultima chiamata per i percettori del “vecchio” Rdc è in chiusura; dal 1° luglio, la potenziale platea sarà destinata alle due suddette misure. Per i titolari di questi sussidi rimane l’opzione di effettuare prelevamenti una volta che gli importi sono entrati, come in questi giorni di pagamenti, nei conti correnti. Magari si potrà approfittare dell’accredito dei conguagli positivi legati alla variazione ISTAT e ISEE. Il prelievo di denaro contante preso gli sportelli ATM ha in tal contesto dei limiti piuttosto rigidi: con la carta RdC, il prelievo massimo è magari a 210 euro mensili (220 euro per le famiglie comprendenti disabili gravi o non autosufficienti). Ma il limite massimo è soggetto altresì ai componenti della famiglia.

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