Ecco come si calcola la pensione di reversibilità, di seguito le modalità per avere un’idea dell’assegno che spetta
La pensione di reversibilità è una forma di beneficio pensionistico ai familiari più vicini di un pensionato (o di un lavoratore) defunto erogata dall’Inps. In genere il beneficiario principale della reversibilità è il coniuge della persona scomparsa. Si parla di trattamento diretto in caso di morte di un pensionato o indiretto nel caso di scomparsa di un lavoratore assicurato con la gestione Inps.
Il trattamento si avvia se il lavoratore ha versato e maturato almeno 15 anni di anzianità contributiva e assicurativa oppure se ha raggiunto 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva, di cui almeno 3 anni nel quinquennio prima della data della scomparsa. Le reversibilità altro non è che una quota della pensione del deceduto, in misura che può variare a seconda del beneficiario che ne gode.
Ad avere diritto per questa prestazione sono il coniuge o la persona unita civilmente, il coniuge separato o quello divorziato titolare di assegni divorzili non risposato e con data di inizio dell’assicurazione con l’Inps dello scomparso anteriore a quella di scioglimento del matrimonio. Anche i figli possono ottenere la reversibilità se minorenni, inabili al lavoro, maggiorenni fino a 21 anni di età se frequentano scuole o istituti di istruzione, maggiorenni fino a 26 anni se seguono regolari corsi universitari.
Le percentuali di cui godono i superstiti cambiano a seconda il grado di parentela, nello specifico fino al 60 per cento per il coniuge, 80 per cento coniuge con un figlio, 100 per cento coniuge con 2 figli, 70 per cento figlio unico, due figli 80 per cento, tre o più figli 100 per cento. Anche altri congiunti (genitori, fratelli e sorelle) possono godere della pensione di reversibilità, se a erano a carico del defunto con percentuali tra il 30 e il 15 per cento.
Bisogna ricordare inoltre che la reversibilità si aggiunge al reddito del beneficiario, se non superano i 21.985,86 euro all’anno, pari a tre volte la quota reddituale minima indicata dall’Inps nel 2023. Con reddito maggiore spetta una percentuale diversa con delle riduzioni del 25 per cento se l’importo è maggiore di 21.985,86 euro; del 40 per cento se il reddito è oltre in 29.314,48 euro all’anno; del 50 per cento se il reddito è superiore a 36.634,10 euro annui.
Si è parlato in precedenza di pensione di reversibilità indiretta in caso di scomparsa di un lavoratore iscritto alla gestione Inps, non ancora andato in pensione, con le condizioni evidenziate. Ma se non si presentano le circostanze per la pensione indiretta i familiari del lavoratore morto possono ottenere un’indennità una tantum (versata solo una volta) nota come indennità di morte. L’Inps periodicamente effettua dei controlli sulle pensioni di reversibilità per evidenziare eventuali erogazioni non spettanti.
In questo periodo i controlli sono sui dati incrociati sui redditi dei pensionati del settore pubblico ex INPDAP, in particolare sulla reversibilità 2020 con i redditi avuti nel 2019 e 2020. Reversibilità assegnata successivamente non è sottoposta a verifica al momento. In caso di importi indebitamente ricevuti, l’Inps richiederà la restituzione di parte della reversibilità versata. Da ricordare infine che la pensione di reversibilità al coniuge si interrompe nel caso che questi si risposi.