Sono davvero tanti gli italiani che non riescono a pagare le bollette e, per questo motivo, si chiedono se posso avere il conto pignorato
Negli ultimi tre anni gli italiani hanno dovuto fronteggiare vari problemi legati soprattutto alla sfera della salute, economica e finanziaria. Prima il Covid-19 ha completamente stravolto le nostre vite e, oltre a far collassare le strutture sanitarie, ha portato con sé una crisi economica legata allo stop di tanti esercizi commerciali ed aziende a causa del lockdown.
A peggiorare le cose, in ambito economico, la guerra tra Russia ed Ucraina che ha invece portato all’aumento delle materie prime di luce e gas. L’aumento si è tradotto in un incremento dei costi della bolletta di gas ed elettricità. In questo scenario tanti italiani non riescono a pagare le bollette e, si chiedono, se in questo caso il loro conto sarà pignorato.
Nel caso in cui una persona non paghi una bolletta, di qualsiasi utenza, la compagnia fornitrice deve innanzitutto inviare un primo sollecito all’utente che, generalmente, è inserito nella bolletta successiva nella voce “pagamenti precedenti”. Nel caso in cui la morosità continui a persistere allora la società invia una diffida con lettera raccomandata.
Nella lettera è indicato il termine per sanare la morosità prima che la fornitura venga sospesa. Nel caso della bolletta della luce è prevista, prima della sospensione della fornitura, una graduale riduzione della potenza. La società fornitrice, in caso di mancato pagamento, ha 5 anni di tempo per recuperare il proprio credito.
Generalmente il primo tentativo di recupero credito è effettuato mediante call center e quindi tramite chiamata di un operatore che avvisa dell’importo insoluto e richiede il pagamento. Alcune società, dopo il call center, fanno anche spedire una lettera legale da un avvocato in cui viene dato all’utente il termine ultimo per mettersi in regola.
Nel caso in cui la società ancora non ha ricevuto quanto spetta allora scatta il decreto ingiuntivo. Si tratta di una procedura che si avvale di un giudice e si svolge senza la presenza del debitore. Il creditore presenta un ricorso in tribunale depositando la sola bolletta e il giudice emette un ordine di pagamento che deve essere notificato al debitore nei 60 giorni successivi.
Il debitore ha 40 giorni per pagare o per presentare un’opposizione tramite avvocato; trascorsi i 40 giorni il decreto non potrà più essere contestato e il creditore può agire in via esecutiva inviando al creditore un atto di precetto. Trascorsi altri 10 giorni il creditore può avviare il pignoramento che può riguardare i beni mobili, il conto corrente o anche la pensione. Inverosimile è il pignoramento della casa.
In tutto questo scenario l’utente potrebbe anticipare la società contestando il credito riportato in bolletta e facendo causa alla società. Così facendo si instaura una causa preventiva che impedisce alla società sia di sospendere la fornitura, sia di agire con il decreto ingiuntivo e, quindi, di svolgere un pignoramento.