In mancanza di un eventuale testamento, la legge è ugualmente molto chiara: ecco infatti come si procede in questo caso molto specifico
Come senz’altro ben sapete, il testamento è un documento molto importante e a dir poco fondamentale perché da la possibilità al notaio e anche a tutti gli eventuali eredi di un patrimonio di poter conoscere quelle che sono, o per meglio dire erano, le volontà del caro che è venuto a mancare. Proprio per questo motivo, si tende spesso a consigliare soprattutto alle persone in eta avanzata la sottoscrizione in modo provato o presso un notaio di questo documento che vada ad attestare in che modo dividere e gestire i beni tra i vari eredi che si hanno.
Non sempre, però, le cose vanno per il verso giusto, soprattutto quando si parla del testamento e della gestione dell’eredità. Proprio quest’ultima, infatti, può dare adito a numerose dispute all’interno di una stessa famiglia e spesso e volentieri portare anche alla scissione di un nucleo familiare per colpa di incomprensioni o fraintendimento. Proprio per questo motivo, la legge italiana tenta quanto più possibile di essere chiara e soprattutto inequivocabile, anche in mancanza di un testamento a cui potersi affidare: scopriamo, dunque, come comportarsi in questo specifico caso.
Ebbene sì, la legge italiana si è impegnata quanto più possibile a prevedere e dunque colmare qualsiasi possibile lacuna per quanto riguarda la gestione e l’amministrazione dell’eredità di un patrimonio. Proprio per questo motivo, anche in assenza di un testamento che vada a indicare quelle che erano le volontà e i desideri del defunto in vita, non rimaniamo scoperto ma anzi abbiamo un percorso ben chiaro da seguire. In questo caso, infatti, si segue quello che secondo la legge è l’ordine di successione: ma cerchiamo di capirne di più. Continuate a leggere insieme a noi di PensioniOra.
In mancanza di un testamento a cui far fede, infatti, si procede con il ritenere eredi tutti i parenti più prossimi del defunto in questione e seconda una specifica gerarchia. Inoltre, in base al numero di eredi, si ottiene anche una specifica è differente ripartizione delle quote dell’eredità in questione. In caso in cui vi sia solo il coniuge, sarà a lui che andrà tutta l’eredità dell’ex partner: attenzione, perché in questo caso e in mancanza di seconde nozze, la legge non fa distinzione tra partner ancora legale o ancora separata.
Se vi è un coniuge più un figlio, allora si dividerà equamente l’eredità del soggetto mentre con due o più figli un terzo andrà al coniuge e la restante parte vedrà ulteriormente divisa in modo equo tra i vari figli. Nel caso in cui ci sia un coniuge ed eventuali consanguinei come fratelli o sorelle, a questo ultimo spetta un terzo dell’eredità mentre i restanti due terzi vanno per l’appunto al partner. Nel caso in cui vi siano solo figli, invece, i beni vengono equamente suddivisi tra tutti loro e stesso ragionamento vale se invece gli unici eredi in linea di successione sono eventuali genitori, fratelli o ancora sorelle.