Se hai l’RdC rischi controlli: da cosa dipende se ti beccano

Ci sono dei controlli per alcuni percettori del Reddito di Cittadinanza (RdC), ecco di che cosa si tratta e perché

comune verifiche anagrafiche RdC
Reddito di Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

La stagione del Reddito di Cittadinanza volge al termine, tra settembre e gennaio del prossimo anno partiranno delle nuove prestazioni che ne prenderanno il posto. Il Supporto per la formazione e il lavoro per gli occupabili dai 18 ai 59 che partirà dal mese di settembre. L’Assegno di inclusione per le famiglie con soggetti fragili (anziani con almeno 60 anni, disabili e minori) dal prossimo anno.

Ciò nonostante le verifiche e i controlli sulla prestazione ancora erogata, proseguono regolarmente, coinvolgendo percettori e relative famiglie. Non sono poche le segnalazioni di controlli proprio in questo periodo dell’anno. Al centro delle analisi sempre il possesso e il rispetto dei requisiti previsti dalla legge per il versamento della misura. Ma chi svolge i controlli e quali sono le motivazioni delle ultime verifiche registrate?

Ecco i controlli che si svolgono per il RdC

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Reddito di Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

Innanzi tutto si può dire che ricevere una comunicazione circa lo svolgimento di verifiche sui requisiti per il Reddito di Cittadinanza non significa necessariamente la presenza di un problema. Infatti capita di frequente che le verifiche siano effettuate su campioni con sorteggi tra i destinatari della prestazione. Si tratta spesso di controlli anagrafici e sono svolti dal Comune di residenza del richiedente.

Infatti occorre ricordare che tra i requisiti richiesta per la fruizione del beneficio ve ne sono anche dei tipo anagrafico che di solito sono controllati proprio dagli uffici anagrafici dei Comuni di residenza. In pratica si controlla che i dati anagrafici forniti con la documentazione Isee siano corrispondenti con quelli delle anagrafi comunali di residenza. Queste verifiche hanno di norma una durata di circa 30 giorni.

I tempi possono allungarsi in caso di cambio di residenza del richiedente con contatti con il nuovo comune per l’aggiornamento dei dati. Oppure se il beneficiario risiede in Italia, ma con un permesso di soggiorno, per il quale è necessario che la Questura ne confermi la validità. Non è da escludere che durante questi controlli il percettore sia convocato dal Comune per la presentazione di ulteriori documenti. Ciò avviene quando le amministrazioni locali non hanno tutte le informazioni necessarie.

Contenuti delle verifiche

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Denaro contante (Foto Adobe – pensioniora.it)

Al termine delle procedure di controllo il beneficiario riceve la comunicazione con l’esito. Se positivo l’erogazione continua regolarmente. Mentre se ci sono problemi, il Comune invia la documentazione all’Inps per la sospensione o revoca della prestazione. Le commissioni di controllo comunale verificano l’esistenza del requisito di residenza di almeno 10 anni, dei quali gli ultimi 2 continuativi.

Questo requisito deve essere rispettato dal beneficiario, ma non è obbligatorio per il resto della sua famiglia. I Comuni controllano poi il requisito di soggiorno, per i cittadini di Paesi al di fuori dell’Unione Europea. I richiedenti devono possedere il permesso di soggiorno UE per lunghi periodi, oppure essere familiari di cittadini italiani o comunitari ed essere in possesso del diritto di soggiorno (anche permanente).

Altra informazione controllata dai Comuni è la corrispondenza della composizione della famiglia dichiarata con l’Isee con i dati anagrafici comunali o quelli forniti dai servizi sociali. Per concludere ricordiamo che durante i controlli anagrafici il RdC non viene sospeso. Solo nel caso di esito negativo l’Inps provvede con la sospensione o la revoca.

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