Ecco come avviene la suddivisione delle spese quando occorre effettuare la riparazione del tetto di una casa in locazione. Chi e come deve pagare
La casa rappresenta forse il principale orizzonte della propria vita. Tutto il resto, a ben pensarci, si raggiunge per ottenere al termine del percorso questo obiettivo. Persino il raggiungimento di una posizione lavorativa, di un soddisfacente stipendio, di buon finanze da parte, va verso la direzione del potenziale scopo di acquistare un immobile. I più giovano lo sanno bene: conoscono molto vividamente il sentimento che mette in moto il desiderio di staccarsi dagli spazi di una vita, quelli appartenenti alla famiglia d’origine e voler trovare un proprio spazio, dove coltivare una fisiologica autonomia di vita.
Non sono un mistero le difficoltà che contornano le tappe di avvicinamento che si battono parallelamente al viaggio verso la maturazione e l’età adulta. Gli ostacoli spesso precedono sia la meta sia le graduali tappe, dato che sono i segni distintivi della coeva epoca che i giovani si trovano a vivere, assieme ad una qualità di vita altrettanto fuori dai canoni del passato e proiettati invece ad una più grama prova. Si parte dalla qualità del lavoro, dalla qualità – ovviamente – delle retribuzioni; insomma quel poco che basta per inchiodare anche gli over 30 (ma anche gli ove 40) all’appartamento dei genitori.
Tetto da aggiustare, i costi sono a carico dell’inquilino o del proprietario?
Come è stato dimostrato dall’empiria della crisi, la richiesta di un mutuo presso un istituto di credito non può avvenire senza che un figlio, nella maggior parte dei casi, non sia accompagnato dai suoi stessi genitori, ultimi depositari generazionali di risparmi e delle necessarie garanzie di restituzione del debito. Ma appunto, inizia ad esaurirsi una generazione salva-figli. Anche perché come qualsiasi fascia d’età, anche i genitori sono hanno accusato il colpo delle note faccende che hanno caratterizzato l’economia globale dell’ultimo anno e mezzo.
L’inflazione, infatti, colpendo ripetutamente i consumi, ha danneggiato anche il “consumo” delle case, ossia il mercato degli immobili. Le modalità non sono direttamente connesse al crollo del potere d’acquisto di ogni altro bene. Il logoramento della spesa ha preso avvio dai tassi di interesse, che nello scorso autunno sono tornati a crescere dopo la tregua estiva. L’incremento dei tassi ha rappresentato la cura che la Banca Centrale Europea ha messo in moto al fine di contrastare l’inflazione; il risultato è stato una rata, per molti versi, insostenibile. Invertendo la crescita verso gli affitti, la crisi ha costretto a porre più attenzione verso modalità di locazioni agevoli in tempi così difficili.
L’affitto, tramite un contratto regolarmente registrato presso l’Agenzia delle Entrate, non impone soltanto doveri all’affittuario, pagando con diligenza la rata del canone mensile, ma detta anche gli obblighi a carico della proprietà; comprese alcune spese (al di fuori di tasse e imposte). I danni e i guasti sono un capitolo controverso nel rapporto fra le due parti, dato che ognuna tende a scaricare le spese di riparazione sull’altra. Dipende la responsabilità diretta di un uso improprio del locatario, ad esempio; oppure l’usura di un dispositivo già consumato. Ma un tetto? Di fronte a sempre più violenti rovesci d’acqua, chi deve pagare la riparazione di uno spazio, che se condominiale, è quindi comune? L’infiltrazione d’acqua piovana negli appartamenti sottostanti costituisce una spesa da ripartirsi tra tutti i condomini in base ai rispettivi millesimi di proprietà. Pertanto, si deduce, i costi sono a carico del proprietario di un immobile. La riparazione di un tetto rientra nella manutenzione straordinaria, che secondo contratto spetta a quest’ultimo.