Partita Iva, pagare le tasse a rate: puoi fare così

È alle porte l’inizio del versamento delle tasse al quale sono chiamati i titolari. Ecco come deve organizzarsi chi ha deciso per la rateazione

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Agenzia delle Entrate (Foto Adobe – pensioniora.it)

Il lavoro rappresenta la prima prerogativa da tutelare in base alla Carta costituzionale. Con esso divengono priorità anche le numerose vicissitudini che accompagnano un lungo e tortuoso percorso di diritti da acquisire e parificare. A dare, tra l’altro, maggiore valore alla funzione e alla dignità del lavoratore è ovviamente l’aspetto economico, nonché la garanzia di una rendita per il suo mantenimento, al raggiungimento della terza età; si sta parlando della pensione erogata dall’INPS.

I lavoratori dipendenti rappresentato la categoria che più è stata coinvolta in un itinerario di crescita delle garanzie sul lavoro e sulla busta paga. L’eredità di tali manifestazioni si concentrano nelle trattenute versate dal datore di lavoro, per consentire di raggiungere i requisiti minimi contributivi e poter inoltrare la domanda di riconoscimento del trattamento previdenziale. In busta paga, vi sono anche molte altre trattenute: dall’IRPEF alle aliquote regionali e comunali. Alcune di queste ultime saranno oggetto, entro il prossimo dicembre, del taglio del cuneo fiscale contributivo, ossia la doppia forbice, del 7 e 6%, per i redditi annui – rispettivamente – fino a 25mila euro, e oltre 25mila e fino a 35mila euro.

Partita Iva, come rateizzare il pagamento delle tasse 

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Agenzia delle Entrate (Foto Adobe – pensioniora.it)

Negli ultimi anni, si è assistito ad un crescendo nell’apertura delle partite iva. No, non è smisuratamente cresciuto il numero dei liberi professionisti, quanto piuttosto è andata modificandosi buona parte dell’organizzazione del lavoro, con ruoli professionali che sono trasmigrati dall’ambito delle buste paga alla partita iva. È noto altresì lo storico esborso delle tasse che accompagna la titolarità iva, e dunque il governo ha provveduto ad incentivare le nuove aperture, specialmente tra i giovani lavoratori, fornendo agevolazioni fiscali ad hoc: il cosiddetto regime forfettario.

Tale regime fiscale permette al contribuente di applicare un’unica imposta, nella misura del 15%, per i compensi e i ricavi fino a 85mila euro annui, sostituendo così le imposte sui redditi, le addizionali regionali, comunali e dell’IRAP. Nei primi cinque anni di una nuova attività, la percentuale scende al 5%, priva del pagamento dell’IRPEF. Queste e le altre partite iva, appartenenti al regime ordinario sono chiamate, assieme ad altri contribuenti, all’annuale dichiarazione dei redditi, anno d’imposta 2022, la cui presentazione dei modelli 730 è stata di recente estesa al 20 luglio 2023.

L’invio oltre tale scadenza comporta una nuovo termine, dal 21 al 31 luglio 2023, ma occorrerà aggiungere ai pagamenti un’integrazione del 0,40%, calcolata in base al giorno del versamento. Ai modelli 730 si possono allegare i giustificativi delle spese oggetto delle consuete detrazioni: costi su spese medico-sanitarie; costi scolastici e universitari; polizze assicurative (casa, salute); abbonamenti del trasporto pubblico; spese degli studenti fuori sede; iscrizione ad attività e ad associazioni sportive; spese per funerali. Questi importi concorrono al rimborso del credito d’imposta che verrà effettuato tra luglio e dicembre. Nel frattempo, il pagamento delle tasse che sarà effettuato tramite i modelli F24, non deve avvenire in un’unica soluzione: l’Agenzia delle Entrate da la possibilità di un piano di rateazione. Nel dettaglio, le rate sono sei. La prima scade il 20 luglio. La seconda seconda rata va pagata entro il 21 agosto 2023. Le altre date di scadenza da calendarizzare sono: prolungamento al 18 settembre 2023 (anziché il 21 agosto) per la terza rata; 16 ottobre 2023 (anziché il 18 settembre), per la quarta rata; 16 ottobre e 16 novembre 2023, per la quinta e sesta rata.

 

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