Lo scorso mese di maggio una regione italiana è stata colpita duramente da una grande alluvione che ha provocato morte e distruzione
Era solo un mese fa quando i telegiornali italiani hanno mostrato al nostro Paese cosa stava accadendo in Emilia Romagna. A causa delle abbondantissime piogge cadute a maggio, la regione ha fatto i conti con una disastrosa alluvione che ha portato con sé morte e distruzione di abitazione, allevamenti e stabilimenti balneari.
Da 2 al 17 maggio la regione è stata colpita da allagamenti, straripamenti e frane. Cause di questa alluvione sono state le rapide e inusuali fusioni delle nevi e la siccità, che avevano già colpito la regione durante il periodo invernale. La perturbazione ha inoltre interessato le province settentrionali delle Marche e i tre comuni della Romagna toscana che ricadono nella città metropolitana di Firenze.
L’alluvione dello scorso mese di maggio ha coinvolto 44 comuni romagnoli, tra cui principalmente la provincia di Ravenna e le province di Forlì-Cesena, Rimini, Bologna, Modena e di Reggio Emilia. Le forti precipitazioni hanno fatto straripare 23 corsi d’acqua, tra cui i fiumi Lamone, Sillaro, Savio, Montone, Rabbi, Bidente-Ronco, Santerno e i torrenti Idice, Quaderna, Ravone, Senio, Marzeno, Pisciatello e Rigossa. Solo in questo territorio si sono verificati ben 250 dissesti e 48 frane.
Nel corso dell’alluvione vi sono stati numerosi danni alle infrastrutture ferroviarie, autostradali ed alle strade statali. Numerosissimi agricoltori ed allevatori hanno riportato danni alla loro produzione, con la morte di molti capi di bestiame e di moltissime colture. Inoltre, sulla costa, l’acqua è risultata per circa un mese incompatibile alla balneazione, fino al 16 giugno 2023, quando è stata riaperta in seguito a controlli sanitari.
Oltre all’Emilia Romagna anche la regione Marche è stata colpita da questi eventi calamitosi che hanno interessato le province di Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata e Fermo. Alla luce degli accadimenti il governo Meloni ha attivato lo stato di emergenza e ha emanato un Decreto Legge alluvioni appositamente per fronteggiare l’emergenza.
Proprio in questo contesto che si inserisce la circolare INPS dello scorso 8 giugno, la numero 53, che ha illustrato l’ammortizzatore unico, il nuovo strumento di sostegno al reddito per datori di lavoro e lavoratori dipendenti del settore privato colpiti dalle alluvioni dello scorso mese di maggio.
Inoltre il messaggio INPS dello scorso 16 giugno, il numero 2.264 ha fornito informazioni sulla modalità di presentazione della domanda; gestione dell’istruttoria delle domande; pagamento della prestazione. Le domande devono essere presentate esclusivamente dai datori di lavoro (o loro delegati) tramite il servizio di “Comunicazione bidirezionale” all’interno del Cassetto previdenziale del contribuente, alla voce “Contatti – Ammortizzatore unico”.
Le domande, poi, possono essere presentate dal 15 giugno 2023 ed entro la fine del mese successivo a quello in cui si colloca l’inizio del periodo di sospensione dell’attività lavorativa. Lo stesso messaggio INPS precisa anche che in sede di presentazione della domanda di indennità una tantum per i lavoratori autonomi non è necessario allegare documenti che provino l’appartenenza a una delle categorie destinatarie della misura. L’INPS, infatti, procederà all’istruttoria delle domande sulla base dei dati dichiarati nella domanda e di quelli già a disposizione dell’Istituto stesso.