Ecco quali prospettive di accredito possono attendersi i percettori del contributo alle famiglie a pochi giorni dall’arrivo del nuovo mese. Le previsioni
In queste settimane e in questi giorni d’esordio della stagione estiva, le famiglie si apprestano a fare due conti sul budget che verrà consumato nei prossimi due mesi. O meglio, ci si accinge a chiudere tutte le previsioni di spesa, dal momento che il capitolo vacanze, il capitolo ferie, è un argomento che trova posto nei mesi di poco precendenti all’attuale, ma col giusto anticipo necessario per cogliere le migliori condizioni di spesa per ottenere uno svago per tutti senza brutte sorprese.
Le scuole sono finite, i figli sono a casa, a distrarsi (eccetto i maturandi); bisogna attendere soltanto che vadano in ferie i genitori. Per le ragazze e i ragazzi più autonomi, un viaggio assieme ai propri amici (senza la famiglia a fianco, insomma) rappresenta un appuntamento ben più vicino rispetto a chi attende la partenza collettiva con i propri genitori e fratelli. Ma non bisogna ignorare che i bilanci economici non sono affatto uguali in tutte le case, in questo periodo. Come spesso si ripete al pari di un mantra, non pochi nuclei passeranno i mesi roventi dell’estate in città e si accontenteranno di brevi avvicendamenti con le località marittime più vicine.
D’altronde, il quadro di questi recenti anni che dipinge una società, proprio quella suddivisa nelle sue unità sociali fondamentali (le famiglie, appunto), come in prevalenza alimentata tramite misure assistenziali sul reddito, non è purtroppo un’immagine di fantasia. Sono appunto le recenti crisi di varia natura che hanno acuito un bisogno economico scarsamente supportato dall’attività lavorativa (quando c’è). In tal senso esistono dei supporti essenziali che si differenziano per la natura economica dei titolari dei nuclei in oggetto.
In altre parole, lo Stato ha messo a punto nel corso dei decenni a modalità previdenziali di sostegno non univoche, magari talvolta complementari, ma adattate rispetto alla molteplice origine dei redditi. I pensionati, infatti, hanno potuto contare, nell’ultimo anno e mezzo, su contributi diretti a loro favore; in primis, occorre tener presente l’adeguamento ISTAT degli importi sulla base degli indici dell’inflazione che ha portato ad incrementi variegati sulla percentuale di riferimento dell’8,1% (in direzione dell’11% fatto registrare ad oggi dall’inflazione).
Sono aumenti che finiscono direttamente sui cedolini INPS, al netto delle discussioni sulle complicate tempistiche di attuazione che hanno caratterizzato il primo semestre di quest’anno. Al contrario, i lavoratori, in particolare i dipendenti, ricevono i loro “extra” tramite forme di detassazione, ma anche forme di detraibilità, se vivono con una famiglia a carico. Attualmente, essi sono in attesa del fulgido esempio di quanto appena detto: il taglio del cuneo fiscale contributivo. Entro dicembre, approderà in busta paga la doppia forbice che ridurrà la pressione fiscale sulle trattenute, producendo qualche somma in più dal destinarsi alle tasche del contribuente. Ma sia vari percettori di pensione INPS sia dipendenti, nonché riceventi di sussidi e indennità hanno fatto richiesta da in più di un anno, e possono fare richiesta dell’Assegno Unico per le famiglie, la misura principale di supporto per i nuclei con figli minori o disabili a carico.
Il carattere universale non esclude alcuna famiglia con i requisiti richiesti, ma l’assegno mensile per ciascun figlio viene regolato a seconda del reddito familiare ISEE: si può accedere alle aliquote più basse che permettono un massimo di 175 euro al mese, più eventuali maggiorazioni; o altrimenti al minimo garantito di 50 euro, se si è superata la soglia ISEE di 40mila lordi annui. Tale strumento però non è da considerarsi come una forma di reddito ma, appunto, un supporto; dunque non sono previste ulteriori integrazioni, oltre quelle che sono in pagamento, alle porte dell’estate: tanto per capirci, l’AUU non includere rate integrative come può rappresentare la quattordicesima INPS. Dunque, mentre i percettori che hanno avuto variazioni ISEE nel mese precedente sono oggetto delle erogazioni di questi giorni (dopo i nuovi percettori pagati dalla metà del mese), possono soltanto attendersi i conguagli positivi dei ricalcoli effettuati dall’INPS per eventuali modifiche dell’assetto reddituale e familiari, per l’appuntamento di luglio, non si potranno che aspettare soltanto le competenze del mese.