Ecco quando scatta la procedura di accredito delle somme non ancora percepite, di competenza del passato. Quali procedure per i disabili e la loro pensione
La disabilità dovrebbe essere una condizione integrata al mondo, alla collettività intesa nelle sue comuni espressioni. Eppure, sebbene che si possa rovistare nell’ovvio, non è sempre così e il condizionale diventa un obbligo. Ad esempio, si possono osservare le grandi città italiane e constatare quanto nonostante sia stato fatto molto per l’abbattimento delle barriere architettoniche, a favore dei disabili che si muovono sulla sedia a rotella (ma anche i soggetti non vedenti e molti altri), moltissimo resta da fare.
Sì, perché le reali esigenze di mobilità si scontrano con discutibili criteri urbanistici; e nel vulnus del confronto (o meglio, dello scontro) l’epilogo è un nulla di fatto, oppure un intervento tecnico pressoché inefficace e inutile. Come si sa però, la condizione di disabilità non si palesa soltanto dal punto di vista della destrezza nel muoversi in città, evitando qualsiasi rischio di incidente, ma anche nel condurre una vita quotidiana fatta di diritti che eguaglino gli orizzonti sociali e professionali delle persone in difficoltà con quelli dei normodotati.
Nel corso degli ultimi decenni, nonostante gli ostacoli che spesso i fronti ideologici frappongono, l’iniziativa istituzionale si è rivelata particolarmente efficace, permettendo allo Stato di fare dei passi da gigante nei confronti dell’equiparazione dei cittadini. Ancor più di recente la Comunità Europea ha predisposto una “carta della disabilità”, la Disability Card, per convalidare il riconoscimento dello status di invalidità su tutto il territorio dei Paesi che hanno sottoscritto l’accordo in sede europea, e per ottenere anche delle agevolazioni di carattere economico.
Tale strumento si è poi esteso in Italia (che ha sottoscritto l’accordo), recepito dall’INPS, il quale è impegnato ad erogarlo. Ma prima della Carta della Disabilità, già molta strada positiva è stata percorsa in termini di un cambiamento radicale della percezione relativa alla suddetta condizione. Il passo più importante è rappresentato dalla cosiddetta Legge 104, il pacchetto di norme varato nel febbraio del 1992. Esso comprende un’ampia rosa di sostegni materiali e immateriali, nonché sussidi, per permettere l’integrazione sociale e una dignitosa assistenza della persona disabile.
Al suo interno, la Legge 104 include permessi di lavoro, agevolazioni fiscali, detrazioni ed agevolazioni previdenziali; il tutto per garantire l’autonomia e il benessere del soggetto portatore d’handicap. Nello specifico, da parte dell’INPS, viene messa a disposizione, permessi e ferie retribuite per gli interessati ma anche per le persone (caregiver, parenti) che assistono continuativamente i primi. Non solo; c’è poi la pensione d’invalidità che, assieme all’eventuale assegno di accompagno, viene riconosciuta agli inabili civili per un’invalidità al 100%, accertata dalla commissione medica dell’ente previdenziale. Attualmente, anche questo trattamento è oggetto degli estesi ricalcoli previdenziali, legati alla rivalutazione ISTAT in base agli indici inflazionistici (8,1%). Oltre ai conguagli (positivi) si stanno producendo degli arretrati, legati al decorrere della prestazione, ossia dal primo giorno del mese successivo dalla data di presentazione della domanda, al riconoscimento in sede amministrativa dopo aver effettuato la visita presso la commissione medica. In molti casi i tempi di trattazione della domanda arrivano a 55/60 giorni, ma aumentano a 90 se l’istanza va liquidata nel contesto del cumulo dei periodi assicurativi.