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Tasse

Quali debiti vanno in prescrizione dopo 10 anni

Conoscere quali debiti sono in prescrizione dopo 10 anni, informazione preziosa per evitare problemi e grattacapi

Notifica (Foto Adobe – pensioniora.it)

La prescrizione si determina in automatico per la semplice scadenza dei termini precisi dalla norma vigente. Chi ha un debiti non deve fare nulla per far valere questo diritto, ma nell’eventualità che il creditore si rifaccia vivo dopo il termine della prescrizione, deve notificare ufficialmente la prescrizione, presentando ricorso se necessario entro i termini di legge.

Sarà compito del creditore dimostrare di aver bloccato con un atto interruttivo (cartella esattoriale, pignoramento, avviso giudiziale eccetera) la prescrizione. In particolare nel caso di una cartella esattoriale, il debitore deve presentare necessariamente ricorso per opporsi a un atto successivo alla prescrizione. Se non lo fa, la seconda comunicazione diventa definita e il debito va pagato. Quindi una sottolineatura importante per evitare di pagare una cartella esattoriale dopo una prescrizione avvenuta.

Debiti in prescrizione dopo 10 anni

Prescrizione (Foto Adobe – pensioniora.it)

I debiti non hanno tutti gli stessi termini di prescrizione e non esiste una norma giuridica. La giurisprudenza indica il termine di scadenza nella durata dell’importo dell’atto. Ma bisogna comunque avere un’idea dei termini per evitare brutte e inattese sorprese. Si può cominciare con il dire che in genere i debiti derivanti da contratti si prescrivono in 10 anni. Insomma per esigere il pagamento di una fattura insoluta ci sono 10 anni.

Per quanto concerne mutui, finanziamenti e presti la durata del debito è 10 anni, ma  la prescrizione decorre dalla data di scadenza del pagamento, mentre nel caso di rateizzazione del debito la prescrizione parte da quando ha luogo l’inadempimento che determina lo scioglimento del contratto e l’obbligo di pagare tutto in un sola quota. La prescrizione non parte dalla rata non versata.

Altri debiti che si prescrivono in 10 anni sono quelli fiscali, tasse e imposte quindi. L’elenco è abbastanza lungo e comprende l’Irpef (comprese le addizionali, comunali e regionali), l’Ires (comprese le addizionali comunali e regionali), l’iva, l’Irap, le imposte di bollo, l’imposta catastale, l’imposta ipotecaria, il canone Rai, i contributi camera commercio, l’imposta di donazione, l’imposta di successione, il contributo unificato (per le cause), i ticket sanitari e il canone dell’acqua. Quindi anche le cartelle esattoriali che riedono il pagamento di questi tributi, si prescrivono dopo 10 anni (che partono dalla loro notifica).

Altre prescrizioni decennali

Debito (Foto Adobe – pensioniora.it)

Tutte le sentenze successive a una condanna non si prescrivono prima dei 10 anni, al di là del debito a cui si riferiscono. Se per esempio una persona non paga il gas (si prescrive in 2 anni) e la società fornitrice gli fa causa, l’ordine di pagamento che va parte della sentenza della corte si prescrive dopo 10 anni, dal deposito della sentenza. Lo stesso principio vale oer i decreti ingiuntivi, hanno una prescrizione dopo 10 anni al di là della tipologia del credito.

Questo modello vale per qualsiasi tipo di sentenza comprese lquelle di tipo tributario della Corte di Giustizia Tributaria, che si interessa di tasse e imposte. Chi ha una causa di opposizione a una cartella esattoriale e la perde con una condanna, avrà un debito prescritto solo dopo 10 anni, anche se il tributo locale si prescrive in 5 anni.

Pubblicato da
Vincenzo Pugliano