Nuova truffa ai danni dei consumatori che utilizza l’SMS come mezzo per agganciare le persone da raggirare. In cosa consiste e come evitarla
Le truffe on-line ormai sono una minaccia presente dietro ogni angolo. Non serve andare spontaneamente su siti poco protetti, comportamento che può essere messo all’indice, e di conseguenza dire aperte “è stata colpa sua”. Purtroppo buona parte delle truffe viene fatta in maniera push, dove è lo stesso malintenzionato a contattare la potenziale vittima con messaggi mirati, o messaggi generici che da qualche parte producono effetti. Per essere più chiari, si parla di due tecniche completamente differenti. La prima è l’identificazione preliminare della propria vittima, o del target della vittima. A quel punto il messaggio o intimidazione è mirato e progettato sulla tipologia di ricevente.
Nell’altro caso, conosciuto anche come phishing, i truffatori inviano messaggi ad ampio raggio, Nella speranza che su un milione di invii, qualcuno cada nella rete. E non si parla a caso di rete, dato che il fenomeno di phishing è chiamato così perché associato alla pesca grossa. A volte i malintenzionati copiano la grafica di siti quali l’INPS o l’Agenzia delle entrate per darsi una parvenza di ufficialità, e spingere la potenziale vittima a cadere nella trappola grazie al comune atteggiamento di timore reverenziale che tutti i cittadini hanno nei confronti delle autorità. Specialmente se in ballo ci sono soldi da guadagnare o la minaccia di perderli.
In questo caso la tecnica è una via di mezzo tra il phishing e un tentativo di truffa mirato in base alla potenziale vittima. Difatti si rivolge ad un generico “papà“. Coloro che ricevono questo SMS senza essere genitori, penseranno a uno sbaglio o non si allarmeranno in alcun modo. Mentre chi è genitore di figlio adolescente o anche maggiorenne, senza dubbio sarà colto dalla tentazione immediata di soccorrere il proprio figlio. L’SMS in questione recita: “Ciao papà, il mio telefono è rotto, non ho più credito e non posso inviare messaggi. Mandami un WhatsApp al wa.me/”.
E termina con il numero di telefono a cui deve essere destinata la risposta via WhatsApp. L’ignaro padre che è stato contattato, molto probabilmente cliccherà il link, cadendo nella trappola dei truffatori. A quel punto può subentrare il rischio del semplice, ma non trascurabile, furto di dati personali da rivendere a terzi, come l’installazione di alcuni virus all’interno del proprio smartphone, o come la richiesta di denaro, sempre da parte di un ipotetico figlio in difficoltà.
Anche se la preoccupazione paterna è un’emozione che può sovrastare la razionalità nel comprendere che questo SMS è piuttosto strano e singolare, specialmente perché richiede di seguire un link anziché fare una telefonata ad un determinato numero, si dovrebbe mantenere la calma e capire che c’è qualcosa che non va. A quel punto la strategia migliore è avvertire le autorità preposte, ovvero la polizia postale alla sezione che si occupa delle truffe on-line. Questo messaggio si sta diffondendo in tutta Italia. Dunque non bisogna assolutamente rispondere, e cancellare il messaggio dal telefono. Se si vuole contribuire ad evitare che altre persone cadano nella trappola, si può fare uno screenshot del messaggio per avere una testimonianza da diffondere prima di cancellarlo.